Venerdì 26 Aprile 2024

Streich, Fischer e Farioli: campioni si diventa

Dal Friburgo che sfida la Juve domani all’Union Berlino, il segreto è il mister partito dal basso. Il Sion si affida a Bettoni, ex vice di Zidane

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di Doriano Rabotti

Chissà se l’amico di Zizou sarà capace di ottenere il massimo da Mario Balotelli. Di sicuro David Bettoni ha voglia di dimostrare che non è soltanto lo storico vice di Zinedine Zidane, nonché suo amico al punto che quando la stella franco-algerina era alla Juve all’amico furono trovate squadre in Italia, nonostante il talento non fosse esattamente lo stesso.

Bettoni ha appena ricevuto l’incarico dal presidente del Sion, Christian Constantin, che era andato in panchina nell’ultima gara: sarà lui a cercare di risollevare la squadra di Balotelli che al momento è ultima nel campionato svizzero a pari...demerito con il Winterthur.

Per Bettoni faranno il tifo tutti quegli allenatori che non hanno avuto una grande carriera da giocatore, eppure sono pronti a cimentarsi anche ad alto livello. Senza scomodare i paragoni più illustri, da Sacchi a Maifredi, da Mourinho a Zeman, è un dato di fatto che anche in un calcio teoricamente aperto alle competenze come quello moderno, sia sempre più difficile arrivare per chi parte dal basso. Essere stato un grande giocatore spesso dà una mano nel trovare una panchina, anche se presto si scopre che sono due mestieri diversi e il travaso di risultati vincenti non è automatico. Anzi.

Bettoni da giocatore in Italia ha frequentato solo terza e quarta serie, dall’Avezzano all’Alessandria, dal Novara alla Lucchese al Brescello, collezionando retrocessioni. Da allenatore, per sette anni è stato il vice di Zidane a Madrid. Ora ha l’occasione di dimostrare quello che vale.

C’è già riuscito il tecnico del prossimo avversario della Juventus, il Friburgo di Christian Streich attualmente quinto in Bundesliga. Al club della Brisgovia è legata tutta la carriera da allenatore, prima era stato un centrocampista non eccelso. Lo amano tutti, anche gli avversari: perché a 57 anni esulta come da noi solo Carletto Mazzone, perché nelle conferenze stampa ogni tanto regala perle di saggezza ("Perché non ho mai fatto punti contro il Borussia Dortmund? Perché perdiamo sempre", rispose una volta), e perché riesce ad entrare in sintonia con i suoi giocatori. Chiedendo agli stranieri come passano il Natale o parlando con loro di politica, per esempio.

Un altro che si è fatto da solo è Urs Fischer, svizzero che guida l’Union Berlino terza in Bundesliga dietro Bayern e Borussia Dortmund: non un fenomeno da calciatore (quattro presenze in nazionale, una contro l’Italia nel ‘90), coetaneo di Streich, ha condotto la squadra berlinese dalla seconda divisione ad un’ascesa costante in Bundesliga.

E l’Italia? Il nostro allenatore che somiglia di più a questo profilo, tra gli emergenti, è probabilmente Francesco Farioli, toscano di Barga, 34 anni, esperienze da assistente anche in Qatar, a Benevento e a Sassuolo con De Zerbi. Poi lo sbarco in Turchia, le prime due panchine da capo con Karagumruk e Alanyaspor, club del quale ha migliorato la classifica ma che ha anche appena lasciato dopo un deludente mercato di gennaio.

Ma segnatevi il nome, avremo modo di riparlarne.