Mercoledì 24 Aprile 2024

Rizza a quattro centesimi dal sogno "Volevo questo argento da Rio"

Nel K1 200 metri il pavese beffato solo dall’ungherese Totka: "Cinque anni di rincorsa in pochi secondi"

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Un argento a sorpresa, soprattutto perché il favorito è arrivato dietro: ma battere nella finale K1 200 metri sprint l’inglese Liam Heat per 4 centesimi non è bastato a Manfredi Rizza per vincere, perché davanti è arrivato l’ungherese Sandor Totka.

"Ce l’ho fatta, ho tenuto duro, purtroppo qualcuno è più duro di me – ha ammesso l’azzurro dopo la gara –, ma sono contento. Un po’ di amaro in bocca c’è per quei 4 centesimi, ma questo è lo sport, la nostra distanza si gioca in attimi".

Con qualche secondo passato nelle acque del dubbio: "Finita la gara, avevo visto i distacchi e non ero assolutamente conscio di quello che stava succedendo. Sono stati pochi secondi, ma per me sono stati 10 anni, dal momento in cui sono arrivato a quello in cui hanno chiamato i numeri e quando ho sentito il mio non ho capito più niente".

Laureato in ingegneria dei materiali ("conciliare le due cose è stata dura, ci si riesce senza dormire", ha confessato), appassionato di pesca e freccette, atleta dell’Aeronautica, nato a Pavia 30 anni fa, Rizza è stato anche campione europeo a giugno nel K2 200 e ieri ha conquistato la tredicesima medaglia italiana ai Giochi nel kayak velocità.

L’argento di ieri nasce dalla delusione di Rio, come spiega lui stesso: "È cominciato tutto dall’esatto istante in cui ho finito quella gara, con la testa ero già qui. Mi sono ripromesso che avrei lavorato al massimo delle mie possibilità per arrivare a questo punto e aver realizzato questo traguardo mi gratifica. So benissimo – spiega Rizza – da sportivo, che non sempre le cose vanno come uno pensa, anche se ti impegni. Essere riusciti, ed avere questo privilegio mi fa essere fiero di me e delle persone che con me hanno collaborato", con un grazie particolare all’Aeronautica che lo ha messo in contatto con le persone giuste, "i nutrizionisti migliori, i mental coach, e mi ha permesso di lavorare con la mente libera, nelle migliori condizioni. Credo che ci vorrà un pochino per realizzare, la medaglia, me la sto assaporando. Ho sentito i miei genitori, la mia ragazza, gli amici: la medaglia sarà un’occasione in più per fare festa con loro".

La medaglia però non potrà essere difesa a Parigi: "Questa distanza la toglieranno, bisognerà reinventarsi nei 500. Potrei convertirmi pur di andare, spero di essere all’altezza".

Doriano Rabotti