Venerdì 26 Aprile 2024

Quanto manca Ibra: Milan, pari e rimpianti

Castillejo-gol illude a Lilla, Bamba riagguanta un Diavolo incapace di gestire il vantaggio. Qualificazione ancora aperta, ora il Celtic

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di Luca Talotta

Alla vigilia della sfida contro il Lille nessuno credeva (o voleva credere, s’intende) alla favoletta che questo Milan poteva fare a meno di Ibrahimovic. Nemmeno Paolo Maldini, che nonostante tutto a precisa domanda doveva replicare da copione: "Il Milan non è solo Zlatan".

Sarebbe stato opportuno porre il medesimo quesito al responsabile dell’area sportiva rossonera anche dopo il pareggio sul campo della formazione transalpina. Un 1-1 che, sebbene maturato sul campo dell’unica formazione capace di battere i rossoneri in stagione (0-3 pesantissimo a San Siro) e sebbene lasci immutate le possibilità di qualificazione del Diavolo al turno successivo, un po’ l’amaro in bocca lo lascia.

Punto importante maturato su un campo difficile, ma anche non sapienza nel saper gestire il vantaggio acquisito; partita attenta da parte del Diavolo, incapace però di particolari squilli di tromba se non il passaggio di Tonali (in netta ripresa) per l’azione di Rebic (giocata da manuale) che ha liberato Castillejo in occasione del gol del vantaggio. Tutto lì, un po’ poco per poter dire che questa squadra sia qualcosa di più che il solo Ibrahimovic: "E’ un giocatore che ci ha permesso la svolta – ha ammesso Maldini – un giocatore importantissimo, è il nostro capocannoniere, ma questa squadra ha tante cose buone, che ha dimostrato".

Non ieri sera, però. Un Milan che ha giocato a risparmio energetico, con il canonico freno a mano tirato, senza dare la sensazione di andare a picco e accusare le giocate avversarie ma al contempo mancando sempre l’appuntamento con il colpo del ko. Ci sono da applaudire Tonali e Rebic, Castillejo e Gabbia e, perché no, l’imbattuto Bonera.

Fa più rabbia registrare invece la quinta partita consecutiva con gol al passivo, campanello d’allarme e tendenza da invertire già domenica contro la Fiorentina a San Siro. E poi c’è da rigenerare Calhanoglu, che davvero non appare più il bel calciatore visto nel post pandemia: che sia tutta colpa del tira e molla legato al rinnovo del contratto che tarda ad arrivare?

"Dovremo continuare in questa crescita, altrimenti quello che abbiamo fatto finora non sarà abbastanza". Un messaggio, quello di Maldini, indirizzato a tutti i rossoneri; ma soprattutto a coloro che, ultimamente, si sono un po’ persi per strada. E ogni riferimento a Calhanoglu e Romagnoli, due di coloro che dovrebbero essere considerati leader di questo giovane Diavolo, dopo questo pari in Francia non è per nulla casuale.