Giovedì 25 Aprile 2024

Pericolo gigante: un Lukaku da Pallone d’Oro

Ama il nostro Paese, da noi è diventato ancora più forte e ha vinto lo scudetto: ma stasera non ci sarà spazio per la riconoscenza

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di Mattia Todisco

Possiamo immaginare cosa accadrà dopo il fischio finale di Belgio-Italia. Romelu Lukaku che si avvicina a Giorgio Chiellini, per un abbraccio o uno stretta di mano, pronto a congratularsi (se ha perso) o a rincuorare (se ha vinto), come è già accaduto pochi giorni fa con Ronaldo. È la grandezza del personaggio, uomo squadra e simbolo nell’Inter come nel Belgio. Un leader naturale, che quando posta sui social delle foto per una vittoria non sceglie mai quelle in cui è ritratto da solo e preferisce utilizzare le immagini che lo vedono in mezzo al gruppo. Un gigante buono, ma sempre gigante. Fa paura, per stazza e capacità. Non è l’unico in grado di far male nel Belgio, è però quello più in forma. Tre gol e una presenza costante nelle azioni offensive. Tante piccole cose che aiutano nei momenti complicati, dalle sponde alle botte prese. Deve ringraziare l’Italia e Conte. Un campionato e un tecnico che lo hanno terribilmente migliorato. Ma stasera non ci sarà riconoscenza. Vuole vincere per il Belgio, l’amore per il nostro Paese (manifestato già prima di mettervi piede) tornerà a fare capolino dopo l’Europeo.

La buona notizia in chiave azzurra è che se c’è un difensore contro cui ha fatto un po’ più fatica in questi due anni è stato Giorgio Chiellini. In generale non gli è stato facile segnare contro la Juventus, un tabù rotto solo dal dischetto nell’ultimo incrocio perso a Torino. Anche in un pomeriggio complicato, in mezzo a mille polemiche, ha provocato l’autorete del centrale azzurro, impegnato in un continuo corpo a corpo. E all’andata, pur senza centrare il bersaglio, aveva più volte fatto la differenza (2-0 per l’Inter). In compenso c’è un altro azzurro che gli porta molta fortuna ed è Donnarumma. In 4 derby di campionato ha sempre segnato, in ogni modo possibile. Con gli acciacchi ad Hazard e De Bruyne (comunque convocati), il fulcro è sempre più Lukaku e se la nazionale prima nel ranking Fifa arriverà fino in fondo, sarà difficile non riconoscere il valore individuale dell’impresa per Romelu. La storia del Pallone d’Oro insegna che la grande manifestazione ha un peso specifico fondamentale nelle scelte dei votanti. Lukaku può già mettere sul piatto uno scudetto vinto da grande protagonista, anche se l’Inter non ha superato i gironi di Champions. Conta anche quel che ha fatto la "concorrenza". Mbappé, CR7, Lewandowski: tutti fuori. Resta, dall’altra parte del mondo, un Messi super in Copa America. A Lukaku, l’uomo squadra, i discorsi individuali interessano il giusto. Il trionfo di squadra non ha prezzo, tanto più per un Paese che un torneo così non lo ha mai vinto. Miglior risultato il secondo posto a Italia ‘80. Giusto per trovare un altro legame con l’azzurro.