Mercoledì 24 Aprile 2024

Per Gimbo è già uno show, sorpresa Crippa

Tamberi vola in finale dell’alto insieme a Fassinotti. Yeman conquista uno splendido bronzo nei 5.000 e sogna per la distanza doppia

Migration

di Paolo Grilli

Una piccola sbavatura con un errore a 2,21, ma per il resto è stato il Gimbo di sempre: tanto esplosivo in pedana quanto vulcanico nell’animo. La finale dell’alto agli Europei è conquistata con tre salti, e con lei la grande occasione di rimediare con uno show a un’annata sofferta, ben riassunta per il campione olimpico – sin qui – dall’amaro quarto posto ai Mondiali di Eugene.

Monaco applaude Tamberi, mattatore anche nelle qualificazioni. Nel magico catino bavarese la magia olimpica non è mai svanita, anche dopo 50 anni: e il marchigiano deve averla fiutata nell’aria mettendosi alle spalle ogni dubbio.

"Ero in modalità ‘folle’, mi sentivo bene e ho fatto il necessario – le parole di Tamberi a RaiSport –. Qui il pubblico è stupendo, la pedana va benissimo e sono fiducioso. Quando indosso la maglia azzurra mi dà sempre una carica particolare. Mi dispiace non aver visto la finale del mio amico Gregorio Paltrinieri, ma coincideva con la mia gara".

Gianmarco ha mostrato un cartello con la scritta “Daje Greg“ appena messo il pass per la finale in tasca.

Qualificato per la finale anche Marco Fassinotti con 2,21 già alla prima prova. Il prolungato litigio di Rieti è alle spalle, dando un valore alle pacche sulle spalle che i due si scambiano a fine qualificazione. Si giocheranno il titolo giovedì sera inseme agli altri italiani. Gimbo ha ripreso pienamente il brevetto di volo e può bissare il titolo europeo conquistato nel 2016 ad Amsterdam.

Lo spettacolo azzurro di Monaco, al di là di Jacobs e Tamberi, porta la firma anche di Yeman Crippa, assente ai Mondiali per infortunio. La sua gara sarebbero i 10.000, ma già sui 5.000 spinge il tasto degli effetti speciali. Arriva un magnifico bronzo in 13’24”83 dopo una gara di testa, dietro al “mostro“ norvegese Ingebritsen, già campione iridato a Eugene, e allo spagnolo Katir.

Il trentino delle Fiamme Oro allenato da Massimo Pegoretti, di origini etiopi (nel 2001 è stato adottato da un orfanotrofio di Addis Abeba), ha riportato l’Italia sul podio europeo di questa gara dopo quasi 32 anni. Era l’1 settembre del 1990 quando a Spalato, allora ancora Jugoslavia, Salvatore Antibo conquistò la medaglia d’oro. In precedenza l’oro di Venanzio Ortis a Praga nel 1978 e l’argento di Stefano Mei a Stoccarda 1986. "Domenica nei 10.000 ci divertiremo davvero", avverte scherzando, ma non troppo, Yeman.

In serata arriva anche il record italiano di Dario Dester nel decathlon, 8.218 punti, con il sesto posto e il podio poco lontano.

Già in mattinata, gli azzurri avevano brillato facendo schizzare in alto le speranze verso le prossime finali. A Sara Fantini e Larissa Iapichino, rispettivamente nel lancio del martello e nel salto in lungo, basta un solo tentativo per cominciare a pensare al prossimo impegno. Fantini ce la fa con la Q maiuscola della qualificazione diretta, grazie ad un lancio di 73,40, mentre Iapichino balza subito a 6,63 (vento -1.1) e poi amministra le energie in attesa delle avversarie (quinta misura di ammissione). Spettacolare prova dei tre siepisti azzurri Osama Zoghlami (primo nella prima batteria in 8:30.67), Ahmed Abdelwahed (primo nella seconda batteria, 8:30.92) e Ala Zoghlami (ripescato con 8:32.81), tutti ammessi alla finale. Tricolore protagonista anche nei 1500 metri donne, grazie a Gaia Sabbatini (4:04.19, secondo tempo di ripescaggio) e Ludovica Cavalli (4:06.59, seconda dietro la Muir nella sua batteria) che saranno entrambe nella finale europea del miglio metrico.

A Monaco c’è stata anche una medaglia d’oro iconica, simbolica, che aiuta a ricordare, crescere, insegnare. L’ha colta Israele nella prova a squadre di maratona grazie al secondo posto di Maru Teferi e al terzo di Gashau Ayale, sul podio dell’individuale dietro al vincitore, il tedesco Ringer. E’ arrivato 50 anni dopo la strage di atleti israeliani ai Giochi del 1972 in Baviera.

.