Venerdì 26 Aprile 2024

Oriundo azzurro, il talento che allarga l’Italia

Una storia di campioni, ora Mancini vuole Retegui per risolvere il problema del gol. Il baseball vola con 24 dal doppio passaporto

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di Paolo Grilli

E’ una tentazione permanente, quella degli oriundi. Dettata da una necessità altrettanto imperitura. Fare risultato. Con tutte le risorse a disposizione. Le nostre nazionali, dal calcio in giù, non rinunciano in questo 2023 alla caccia dei talenti dal doppio passaporto. Del resto, la tradizione degli azzurri dall’origine più o meno esotica è solidissima, e una convocazione è sempre un’ipoteca sul futuro. A volte i campioni pescati fuori confine hanno fornito quello che dovevano, l’agognato “qualcosa in più“. Altre, hanno generato solo illusioni e rimpianti. Ma l’oriundo è una scommessa cui si rinuncia con grande fatica.

Roberto Mancini, prima di insediarsi a Coverciano, era stato categorico: "La nazionale italiana deve essere italiana". Poi, nei fatti, ha corretto il tiro. E non lo si colpevolizza certo se due come Jorginho ed Emerson Palmieri sono stati protagonisti e trionfatori a Euro 2020. Ora il ct getta lo sguardo oltreoceano. Nel Tigre, club di Victoria (provincia di Buenos Aires) gioca quel Mateo Retegui che potrebbe colmare il nostro ormai atavico vuoto in attacco. Ventitre anni, con un nonno originario di Canicattì (Agrigento), il bomber sta costruendo con forza il proprio nome nella Superliga argentina, con sei reti in altrettante partite.

In altri sport, il ricorso agli oriundi è senz’altro più sistematico. Perché si fa più marcato il divario tra certe scuole sportive extra confine e la nostra. L’esempio più eclatante è dato dal baseball. All’esordio del World Classic, il campionato del mondo del corri e batti, l’Italia del manager Mike Piazza ha battuto niente meno che Cuba, la nazionale dei maestri di questo sport. Ieri abbiamo perso contro Taiwan padrone di casa, oggi la sfida con Panama che vale la qualificazione. Un’avversaria di gran rango che però non ci mette più i brividi. Piazza stesso, del resto, è un eroe dei due mondi: nato e cresciuto negli Usa, leggenda del baseball, ha sempre rappresentato però l’Italia a livello internazionale.

E il basket? L’Italia che sta rinascendo vorrebbe costruire il suo futuro sulle prodezze di Paolo Banchero, 20enne a stelle e strisce per nascita e formazione, e subito stella in Nba. Ma ha la cittadinanza italiana. Le nostre sirene suonano al massimo volume per lui, la canotta azzurra è già pronta: ma davvero lui vorrà rinunciare a rappresentare gli Stati Uniti? Ce lo dirà in estate.