Mercoledì 24 Aprile 2024

Novak e Novax, ma l’Australia gli dice sì

Clamorosa esenzione dal vaccino per Djokovic che così sarà nel tabellone e fa esplodere le polemiche: la legge non è uguale per tutti?

Novak Djokovic, 34 anni

Novak Djokovic, 34 anni

L’Australia ha detto sì. E l’uomo con la racchetta più forte del pianeta ci sarà lì a Melbourne. Sì, Nole Djokovic proverà a vincere il 21esimo Slam in carriera e sorpassare - chissà, forse definitivamente - i due rivali di sempre, Rafa Nadal e Roger Federer. E questo non farebbe altro che aumentare il divario che c’è con quei due nella considerazione dei fan. Perchè Nole, numero uno o no, per molti è l’intruso, il terzo incomodo, l’uomo che osò sedersi tra gli dei.

Ad annunciare lo ’yes i can’ è stato lo stesso Nole Djokovic con una foto social (qui a fianco) che lo ritrae in procinto di volare per Melbourne. Una sorta di benvenuto a se stesso per questi Open australiani su Instagram: "Buon anno a tutti! Vi auguro tutta la salute, l’amore e la felicità e che possiate provare amore e rispetto verso tutti gli esseri su questo meraviglioso pianeta - ha scritto il numero uno al mondo - Ho trascorso momenti fantastici con i miei cari durante la pausa e oggi sto andando in Australia con un permesso di esenzione. Andiamo 2022!".

Felice, Nole. Con una parolina nel suo messaggio- "esenzione" - che, letteralmente, ha fatto esplodere la bomba delle polemiche. Pur di fronte ad una situazione che per questioni di privacy, come vedremo, non è del tutto chiara. Esenzione da cosa? Dal vaccino o dall’obbligo di essere vaccinato per quel torneo? E perchè? Djokovic aveva annunciato di aver contratto il Covid durante l’evento Adria Tourdel 2020, da lui organizzato che culminò con un focolaio del temutissimo virus.

Nole sbarca in Australia da non vaccinato dopo settimane di tira e molla: viene, non viene, ma non può. Il braccio di ferro con l’Atp (con la rinuncia alla Atp Cup) e la Federtennis australiana, naturalmente obbligata ad applicare i protocolli governativi, è stato lungo e faticoso. Melbourne è appena venuta fuori da un lunghissimo lockdown, l’Australia è in guerra con Omicron e le regole per partecipare all’Australian Open sono semplici e chiare: obbligo di vaccinazione per i giocatori iscritti. E allora? C’era però una possibile alternativa e cioè l’esenzione medica in casi particolari. Quattro, per la precisione: 1) Una comprovata situazione clinica dell’atleta con un vissuto di importanti reazioni allergiche ai vaccini; 2) gravi effetti collaterali dopo la prima iniezione vaccinale 3) sofferenza medica acuta 4) l’atleta è stato vittima negli ultimi 180 giorni di una patologia cardiaca infiammatoria.

In quale di questi quattro scenari è stata incastonata l’esenzione del Djoker? Escludiamo gli ultimi due. E allora è uno dei primi due. Oppure, ha avuto il Covid di recente e non può vaccinarsi. L’ufficialità non l’avremo mai, a meno che Djokovic non decida di alzare il sipario su questa complessa vicenda che ha caricato a pallettoni i polemisti professionisti (e non, soprattutto) sui social. Tendiamo ad escludere però, l’outing vaccinale, se non altro perchè Nole ha sempre collocato le informazioni inerenti il vaccino all’interno della privacy più profonda. Anche se parlarne servirebbe a toglierlo dal trono di spine. E’ chiaro che sulla vicenda la racchetta si spaccherà in due: chi non perderà l’occasione di sttaccarlo e chi, invece, richiamerà al fatto che se esiste la possibilità di esenzione tra le regole, bisogna rispettarla al pari di chi se ne avvale.

Dopo il post di Djoker sui social, è arrivata la conferma del torneo: "Gli è stata concessa un’esenzione medica a seguito di una rigorosa analisi da parte di due gruppi indipendenti di esperti medici". E nonostante Craig Tiley, anima e cuore del torneo, abbia detto che le procedure di richiesta di esenzione proteggono l’anonimato del giocatore - cioè non si poteva sapere se fosse Nole o un altro - c’è chi, ascoltando, grida ancor di più allo scandalo. Questo è il mondo al tempo del Covid-19.