Giovedì 25 Aprile 2024

Nadal-Federer, un duello eterno di leggende

Avversari e amici per sempre: la sfida non potrà rinnovarsi a Wimbledon ma si spera negli Us Open. Djokovic magnifico “guastafeste“

di Paolo Franci

Ce lo siamo chiesto mille e mille volte. Rafa sarebbe stato Rafa senza Federer? E lui, Roger, sarebbe stato Roger senza Nadal? Sul fatto che certe rivalità contribuiscano alla grandezza dei protagonisti, non vi è alcun dubbio. Avere uno come te, almeno sul piano dei risultati, nel quale potersi riflettere come nello specchio di Biancaneve, nello sport può essere decisivo. Fondamentale, addirittura. E, non ce ne vogliano gli dei dello sport, ma qui siamo di fronte alla più grande rivalità della storia di ogni disciplina, se non altro per trofei vinti, longevità al massimo livello, classe e tutto il resto. Certo, di mezzo c’è Nole Djokovic, il guastafeste per il popolo dei Nadalisti e Rogeristi ma, come si dice, tutto non si può avere.

E’ come se il dio della racchetta, – ammesso che ne esista uno ma a guardare questi due diremmo proprio di sì – avesse deciso di ricreare la bellezza del tennis degli anni ’60, ’70 e ’80 nel corpo e nel braccio di Roger Federer, modernizzandone il piano atletico e la potenza, naturalmente con gli aggiornamenti tipo quelli dello smartphone. Ed è come se lo stesso dio della racchetta avesse poi completato il lavoro creando l’antagonista perfetto di Roger, cioè Rafa. Due mondi separati. Anzi, due galassie così lontane che c’è da stupirsi si siano toccate 40 volte - gli scontri diretti: lo score è 24 a 16 per lo spagnolo - sulle diverse superfici della racchetta. Talmente lontane, che anche nelle scelte del look s’è creata una sorta di antagonismo, un aspetto addirittura antitetico.

Roger, con quel suo fascino da giocatore british anni ’60, sempre pettinato, mai sudato, con quel look inappuntabile e ’stiloso’. Colori tenui o rassicuranti, taglio d’abbigliamento che strizza l’occhio agli elegantoni del passato, mai eccessivo e molto in stile Wimbledon.

Rafa, invece, tutta un’altra storia. I colori sgargianti se non fluo, i pantaloncini corti e spesso attillati per incoraggiarne gli ormai famosissimi tic, le fascette per i capelli vistose tanto quanto i polsini e le scarpe. Addirittura, l’hanno messo in canottiere di dubbio gusto , giusto per esaltarne la forza fisica e i bicipiti. Il tennis di Roger, colpi di pennello su tela, anche potenti, ma così perfetti da richiamare le tele di Caravaggio. Quello di Rafa, un’esplosione di graffiti e colori, come nella street art o, meglio nella Pop Art alla Wharol. Sì, Roger elitario nel gesto e nella rappresentazione artistica, Rafa meravigliosamente, tremendamente pop.

Le superfici su cui si sono scontrati i due, tutte naturalmente, in una carriera esagerata per entrambi. Se il totale dei match dice 24-16 per Rafa, con un netto 10 a 4 nelle finali Slam - 3-1 in Australia e risultato identico ma in favore di Roger a Wimbledon - è proprio la terra di Parigi a delineare la grande differenza perchè al Roland Garros Federer è finito sotto nelle sei volte in cui i due hanno incrociato la racchetta: 6-0, un set preciso. La cosa strana è nel fatto che i due non abbiano mai avuto un match da raccontare agli Us Open. Nelle finali dei tornei dello Slam, infine, è sempre Rafa a comandare, 6-3. E le superfici? Sulla terra Nadal conduce 14-2 - d’altra parte, lì il mancino di Manacor ha giocato 72 finali perdendone solo otto - sul cemento conduce invece Federer 11-9, così come sull’erba (3-1).

Ora che Rafa ha staccato Roger nella classifica degli Slam vinti (22 a 20) è chiaro come riemerga il caro, vecchio quesito: chi è più forte tra i due? Chi il numero uno? La bilancia ha sempre pesato un po’ di più dalla parte di Roger, cui viene riconosciuto un talento ineguagliabile per stile e capacità tennistiche. Ma come può essere lui il più forte se poi negli scontri diretti Nadal è un bel pezzo avanti? Proprio la risposta che non c’è, su questo meraviglioso dualismo, alimenta la leggenda di questi due straordinari antagonisti.

Attenzione: antagonisti, non nemici. Anzi, rivali sul campo ma molto, molto amici fuori dal campo. I due si sentono, si vedono, si frequentano. E non è un caso che alla inaugurazione della Rafa Nadal Academy di Manacor, straordinario centro sportivo nel quale si allevano i migliori talenti del futuro (la serie su Amazon è davvero bella per capire come funziona il Nadal System ndr) Rafa abbia voluto proprio Roger al suo fianco, che ha risposto con grande entusiasmo, affiancando l’amico rivale sul palco. "Rafa, tu per me sei stato e sei fonte di ispirazione, se mai i miei figli giocheranno a tennis, è qui che lo faranno, amico mio", ha detto Roger. Questo per dire che si può i più grandi di tutti, senza per forza essere come sono, ad esempio, Messi e Ronaldo.