Giovedì 25 Aprile 2024

MotoGp, Dovizioso in testa al Mondiale. "Bene, ma c'è tanto da lavorare"

Il forlivese ha scavalcato in classifica Quartararo: "A noi serve di più, io dovrei guidare diversamente, ma non mi viene istintivo e quello che faccio non è sufficiente"

Andrea Dovizioso

Andrea Dovizioso

Milano, 13 settembre 2020 - Se ad Andrea Dovizioso avessero detto che si sarebbe ritrovato primo nella classifica piloti al termine del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, sicuramente si sarebbe stropicciato gli occhi dall'incredulità. Nono sulla griglia di partenza, le premesse per il pilota della Ducati non erano per nulla rosee. E invece il forlivese è uscito dal primo dei due appuntamenti a Misano con il massimo in saccoccia: non benissimo il 7° posto finale, ma la vetta del Mondiale strappata a Fabio Quartararo, caduto due volte, rappresenta un colpaccio. Specie per il morale, perché pur senza un cammino esaltante alle spalle, Dovi si ritrova davanti a tutti, a +6 sul francese. Eppure, il classe '86 a fine corsa è più concentrato su quello che non ha funzionato. "Siamo davanti sì, ma se non hai velocità non la vivi serenamente. Spero nel test di martedì (sempre a Misano, ndr) per lavorare su certe cose che per me sono ancora inspiegabili, sennò non abbiamo carte per giocarcela nel mondiale - l'ammissione di Dovizioso - Il punto è che non guido come dovrei. Comandano le gomme e bisogna adattarsi, non c'è altro da fare. Io continuerò a lavorare su di me. Bagnaia? Ha fatto una gara strepitosa e gli faccio i complimenti. A noi serve di più, io dovrei guidare diversamente, ma non mi viene istintivo e quello che faccio non è sufficiente". Come se non bastasse, oggi ci si è messo anche un dolore al braccio a limitarlo. "E' legato al fatto che per guidare devo forzare molto - ha sottolineato il ducatista - Non sono sciolto e quindi mi irrigidisco di conseguenza". Un problema da risolvere in fretta, anche perché non approfittare di una stagione così particolare, dove un vero e proprio padrone non c'è (leggasi Marc Marquez), sarebbe delittuoso.