Giovedì 25 Aprile 2024

Morata alla Vlahovic: Juve di lungo muso

Samp battuta 3-1, doppietta di Alvaro. Super Szczesny para un rigore e Allegri infila la 15esima gara utile di fila: la risalita prosegue

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sampdoria

1

juventus

3

Primo tempo: 0-2

SAMPDORIA (4-3-1-2): Falcone; Bereszynski, Yoshida, Colley, Augello (38’ st Conti); Candreva, Rincon (38’ st Trimboli), Thorsby; Sensi (21’ st Giovinco); Caputo, Quagliarella (17’ st Sabiri). All. Giampaolo.

JUVENTUS (4-4-2): Szczesny; Danilo, De Ligt, Rugani, Pellegrini; Cuadrado, Locatelli, Arthur, Rabiot (30’ st Alex Sandro); Kean (20’ st Vlahovic), Morata. All. Allegri.

Reti: 23’ pt Yoshida (aut), 34’ pt Morata (rig), 39’ st Sabiri, 43’ st Morata.

Arbitro: Valeri di Roma 6.

Note: al 29’ st Szczesny para un rigore a Candreva. Ammoniti: Rabiot, Pellegrini.

di Paolo Grilli

Se Morata fa il Vlahovic, e Kean ispira i primi due gol con la sua energia nuova, la Juve può blindare il quarto posto con il sorriso della sicurezza e guardare al ritorno col Villarreal in Champions con un pieno di speranza. L’anticipo di Marassi fila via liscio per Allegri, che raccoglie il 15esimo risultato utile di fila in campionato e mette ulteriore pressione, almeno per una notte, al terzetto in fuga. Il vento che sferza il Ferraris non scuote le fondamenta di gioco di questa Signora, sempre solida.

La rete del vantaggio, non a caso, è giunta dopo una parata complicata di Szczesny e un non meno complesso disimpegno: un’avanzata di tenacia costruita più sulla scorza che sulla classe. Tanto più che il 2-0 nel primo tempo con Morata su rigore (fallo di Colley su Kean) è arrivato senza tiri in porta dei bianconeri, mentre la prodezza di Szczesny nella ripresa sul penalty calciato da Candreva ben racconta dell’attuale stato di grazia della squadra. Il ‘Maestro’ Giampaolo è riuscito a incidere poco col suo gioco geometrico. Giusto la deviazione di Morata sulla punizione di Sabiri ha ridato pepe alla partita nel finale. Poi Alvaro stesso si è riscattato da campione chiudendo i giochi. Questo De Ligt scaccia ogni ansia con forza colossale, il nuovo Arthur è preziosissimo non tanto nel creare, ma nel compattare i reparti. La vittoria di lungo muso della Juve è arrivata con la forza dell’abitudine. Ma questa consuetudine a prendersi tutta la posta è proprio l’indole che Allegri è riuscito a ricostruire nell’animo dei suoi, con pazienza e convinzione.

Vlahovic, inserito solo nella mezz’ora finale e chiaramente risparmiato per la Champions (ieri il Villarreal ha ritrovato la vittoria, 1-0 sul Celta Vigo con gol di Parejo), nemmeno è servito, di fatto, per garantirsi i tre punti. E stupisce come la Juve riesca a prolungare questo filotto ancora con tanti illustri assenti. Dybala è quasi pronto al rientro, pur tra mille tormenti legati al suo futuro. La Juve riesce a spremere sostanza anche da chi, solitamente, non si prende la scena. Mancano nove partite alla fine del campionato e l’ondata bianconera arriva, silenziosa e possente nella notte. Se marzo sarà tutto pazzerello, chissà che il ribaltone non arrivi davvero. Intanto, la Juve merita lo scudetto del cuore: il club sta portando in Italia con propri mezzi 80 giovanissimi profughi ucraini. Nella delegazione anche l’a.d. Maurizio Arrivabene.