Giovedì 25 Aprile 2024

Leclerc e Sainz: "Ferrari, vietato arrendersi"

Formula 1, viaggio nella delusione del Cavallino: i due piloti ieri erano a Maranello, la brutta partenza non ha intaccato la fiducia

Frederic Vasseur

Frederic Vasseur

Viaggio al centro del malessere Ferrari. Nel cuore di un Impero ferito. Ai tavoli del Montana, il luogo simbolo di una Leggenda Rossa che non morirà mai. Perché gli altri vincono i Gran Premi, d’accordo. Ma la Ferrari siamo noi, perbacco.

E poi. Poi, non è che qui sia tutto da buttare. Prendete ad esempio l’ingegner Flavio Manzoni. È un genio assoluto, è il papà, sin dall’era Montezemolo, delle più belle macchine del mondo, quelle con lo stemma del Cavallino. Adesso sta lavorando sul modello “tutto elettrico”, arriverà nel 2025 e farà epoca, garantito. Ma attenzione: questo maestro del design ha contribuito anche alla realizzazione della 499, la macchina con la quale la Ferrari dopo 50 anni è tornata nel mondiale riservato alle macchine con ruote coperte. In attesa della 24 Ore di Le Mans, il debutto alla Mille Miglia di Sebring è stato buono. Pole di Fuoco, terzo posto finale alle spalle delle due Toyota. Manzoni è contento: "Per la prima volta sulla hypercar, la 499, hanno operato insieme l’area del reparto corse e noi della produzione. È stata una bellissima esperienza. Non vinceremo subito, ma siamo sulla strada giusta, siamo partiti bene…".

"Ci credo". E a proposito di partire, peraltro in maniera drammaticamente negativa, a tavola c’era anche Carletto. Leclerc, intendo. Ora, qui bisogna esibirsi un esercizio di autoanalisi. Dico: mettetevi nei suoi panni…

Quinto anno in Ferrari. Nel 2022 Charles è arrivato secondo nel mondiale, rimpiangendo le molte occasioni sprecate (non per colpa sua). Adesso, buio pesto. Gli ho detto: non è che ci ripensi e prendi in considerazione l’ipotesi di andare in Mercedes a fine 2024, a sostituire Hamilton? Risposta: "No, il mio desiderio più grande è vincere qui". Ho insistito, visto che mi piace essere noioso: ma come ti senti a guidare quella carriola che ti hanno messo in mano? Leclerc ci ha riso su. "Ma no, dai, non drammatizziamo. L’avvio di stagione è stato onestamente deludente, ma ti assicuro che stiamo lavorando tantissimo. Io non ho perso la fiducia".

E meno male.

"Non mi rassegno". A questo punto, essendo il Montana come la caverna di Ali Babà, che ci crediate o no si è materializzato pure Carlos Sainz. Carlitos è un mio vicino di casa. Ha il carattere di un altro spagnolo che era il suo idolo d’infanzia: Fernando Alonso, che oggi con la Aston Martin sta tragicamente davanti alla Ferrari. Ma non può essere così, anzi, facciamo che non deve essere così.

"Domenica non eravamo contenti – mi ha detto questo caballero della velocità –. Però qui nessuno molla. Io non mi rassegno. Siamo la Ferrari, noi. E daremo tutto per dimostrarlo".

Avendo voglia di credere a questi ragazzi, che potrebbero essere figli miei!, ho ordinato una vodka, modello Raikkonen, ultimo iridato con la Rossa, nel 2007.

Doppia l’ho ordinata, la vodka.