Mercoledì 24 Aprile 2024

La Ferrari fa paura, ma è più forte dei sospetti

Polemiche a Miami: due team chiedono di verificare il fondo piatto sull’auto di Sainz, l’indagine della Fia assolve il Cavallino

Migration

di Leo Turrini

Mettiamola giù così. Forse è vero che la Rossa fa davvero paura alla concorrenza. Segue spiegazione.

Alla vigilia del Gran Premio di Miami (ieri sera le prove libere, stasera dalle 22 caccia alla pole), è trapelata la notizia che la federazione internazionale ha avviato un’indagine preliminare che ha come oggetto la Ferrari.

Ma l’inchiesta si è rapidamente risolta a beneficio della Scuderia. Che se non altro ha vinto la battaglia procedurale. In attesa del verdetto della pista per la quinta gara della stagione.

Era accaduto questo. Nei giorni immediatamente successivi al GP dell’Emilia Romagna, quattro scuderie si sono fermate a Imola per mettersi a disposizione della Pirelli, che doveva collaudare i suoi pneumatici.

Poiché in Formula Uno sono tutti fratelli coltelli (ed è un eufemismo, fidatevi) pare che almeno due team rivali (io un’idea ce la avrei anche sulla identità, eh) abbiano sollecitato un controllo Fia sul fondo montato sulle Rosse ai test Pirelli post Imola.

Per capirci. Una alambiccata regola (in questo mondo la chiarezza è un optional e la trasparenza un miraggio…) impone che per simili collaudi vengano utilizzati solo “componenti” già installati sulla vettura in precedenti Gp o test ufficiali.

I…nemici sospettavano che Maranello avesse ciurlato nel manico, installando sulla monoposto di Sainz un fondo nuovo di pacca, magari con l’idea di portarlo proprio a Miami.

Come vuole la prassi, la federazione ha promosso gli accertamenti di rito. La Ferrari si è immediatamente dichiarata tranquillissima. Nessuna furbata, zero concessioni alle insinuazioni di una concorrenza che già aveva alimentato dubbi sulla natura del rapporto tra la Rossa e la Haas di Schumacher, che utilizza la power unit del Cavallino.

Binotto ha informalmente fatto sapere di non avere violato alcuna norma. La…sentenza è stata emessa rapidamente. Le spiegazioni fornite da Maranello sono state accettate.

Fine della storia? Per ora. Non che ci sia da meravigliarsi. Da sempre la Formula Uno si riconosce nel pittoresco slogan: il mio regno per un cavillo.

Cavillo, mica cavallo. Figuriamoci in un contesto come quello attuale: l’introduzione del budget cap, il famoso o famigerato tetto alle spese, incide pesantemente sulle possibilità di sviluppo tecnico delle monoposto.

Tant’è. In attesa delle indicazioni che saranno fornite dalle qualifiche di Miami, dove ieri gli organizzatori sono stati costretti ad un intervento d’urgenza pet mettere in sicurezza l’asfalto del circuito!, conviene prepararsi.

Questo non è l’inizio della fine.

Ma solo la fine del principio.