Giovedì 25 Aprile 2024

Jacobs, è il mondiale della verità Sfida a Coleman per scegliere il re

Alle 10,45 le batterie a Belgrado, l’americano è il rivale principale dell’azzurro. In lizza anche Galbieri

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E’ il giorno di Jacobs, dieci ore per confermarsi l’uomo più veloce del mondo anche sulla pedana indoor di Belgrado. I metri sono 60 e non 100 come a Tokyo ai Giochi, ma il concetto non cambia: è Marcell l’uomo più atteso nella seconda giornata dei mondiali. Gli appuntamenti sono tre, ovviamente a patto di mantenere le promesse: le batterie dalle 10.45, le semifinali dalle 18.40 e la finale alle 21.20.

L’azzurro farà la quinta batteria (su sette totali), e sarà in quinta corsia, i suoi avversari più pericolosi saranno il trinidegno Jerod Elcock (6.60) e il portoricano Miles Lewis (6.61).

Il favorito è il primatista del mondo indoor e oro iridato in carica, l’americano Christian Coleman che torna dopo lo stop per non essersi presentato tre volte ai controlli antidoping. E’ inseritonella prima batteria, poco dopo l’altro americano Marvin Bracy nella quarta con l’altro azzurro Giovanni Galbieri. Per lui come per Jacobs, l’obiettivo è passare il turno spendendo meno energie possibili. Passano i primi tre di ogni batteria, più tre ripescati, per comporre i ventiquattro partecipenti alle tre semifinali che decreteranno gli otto finalisti.

Jacobs ha una missione personale e di stato, perché un azzurro sul podio 60 metri iridati manca da ben 33 anni: Pierfrancesco Pavoni vinse il bronzo a Budapest 1989, due anni prima lo stesso risultato a Indianapolis 1987. Jacobs ha il terzo tempo mondiale stagionale, il 6.49 corso a Lodz, in Polonia, l’11 febbraio. Meglio di lui hanno fatto solo Coleman (6.45) e Bracy (6.48), il 27 febbraio.

Outsider per le medaglie sono Rikkoi Brathwaite, Arthur Cissé e Adam Thomas.

Ieri nella prima giornata è rimasta fuori dalla finale dei 60 donne Zaynab Dosso, che ha fatto segnare il 12° tempo complessivo nelle semifinali, 7“16, dopo che in mattinata aveva stabilito il nuovo primato italiano in 7“14 nella batterie. "Sono molto, molto delusa – ha detto alla fine la 22enne reggiana di origini ivoriane -. Il mio obiettivo era la finale. Sapevo che non era facile, avevo costruito la stagione su continui miglioramenti e non essermi migliorata in semifinale mi fa male. È un dolce e amaro, ma va bene così. Volevo cominciare la stagione dicendo che sono una finalista mondiale. Ho lavorato tanto e spero che all’aperto arrivino i miglioramenti che si sono visti questo inverno. In semifinale sono partita benissimo – ha spiegato la Dosso –, poi ho patito mentalmente l’americana Brisco che andava via e mi sono un po’ irrigidita, non sono riuscita ad aprirmi. Peccato. Ma queste indoor mi hanno insegnato la consapevolezza. Non c’è la finale però guardo gli aspetti positivi: chi l’avrebbe mai detto di essere qui, a un Mondiale, su questi tempi? Posso dire di essere soddisfatta di me stessa".

Il primo oro di Belgrado 2022 è andato a Cuba, con la vittoria di Lazaro Martinez (17.64) nel salto triplo. Argento al portoghese Pichardo (17.46), bronzo allo statunitense Scott (17.21).