Venerdì 26 Aprile 2024

"Inter, puoi vincere in Europa. E punto su Pirlo"

L’intervista a Daniele Adani: "Shakhtar tosto, ma vedo i nerazzurri in crescita". Sul neotecnico juventino: "Andrea ha ambizione e idee".

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di Mattia Todisco

Oltre tre lustri di calcio professionistico da arcigno centrale, con l’apice di una trentina di presenze in Europa e una maglia azzurra indossata in una manciata di amichevoli. Dalla sua guardia di retrovia, Daniele Adani si permetteva qualche incursione a ricercare il nocciolo del gioco, il gol e oggi che il calcio lo commenta dagli studi di Sky la sua analisi tende spesso alle ragioni del “proporre” come base per la vittoria.

Alla fine in Europa è rimasta solo l’Inter e in Champions l’ultima italiana a uscire è stata l’Atalanta. Immaginiamo non la veda come una casualità.

"Sono state le due squadre che hanno raccolto quello che hanno meritato. In Europa devi dimostrare, attraverso le prestazioni, il coraggio, la voglia di essere protagoniste. L’Atalanta in campionato è la squadra con più identità, in Europa fino al 90’ ha coltivato l’idea della semifinale. Senza queste peculiarità non arrivi nemmeno a immaginarla. L’Inter credo abbia dimostrato di poter finire in crescendo. Al di là di qualche calo di forma ha lottato per le prime posizioni in Italia, mentre in Coppa in questa fase ha finora vinto meritatamente".

La squadra di Conte può vincere l’Europa League?

"Le quattro semifinaliste hanno meritato di essere lì. Lo Shakhtar è una squadra non facile, con un grado di esperienza e sinergia superiore al Bayer. Però Inter, Manchester United e Siviglia sono tutte potenziali vincitrici".

Sarri è certamente un tecnico propositivo, ma in Europa ha steccato. Perché?

"Non è mai stata una Juve compiuta. Si poteva attendere per completare il percorso, quando si cerca una rottura col passato è difficile ottenere tutto e subito e la Juve è rimasta a metà strada. In Italia basta essere la più forte, in Europa devi dimostrarlo. Quest’anno i bianconeri hanno vinto contro la Lazio più forte degli ultimi anni, l’Inter da 82 punti e l’Atalanta che abbiamo visto. In Coppa sei uscito contro una squadra nettamente inferiore, il Lione, facendo fare una parata in 180’ al portiere avversario".

L’esonero di Sarri era un’opzione possibile. Difficile immaginarsi Pirlo come successore.

"Scelta audace a dir poco, ma Pirlo ha ambizione e visione. Gli manca il lavoro e quello lo impari facendolo. La sfida è interessante, non so se lungimirante perché lo dirà il campo. Lo conosco da quando ha 15 anni e ho sempre creduto in lui".

Da quale allenatore prenderà spunto maggiormente, tra quelli avuti in carriera?

"Lucescu. Perché è un maestro assoluto di calcio. Difficile trovarne. Faceva cose vent’anni fa che fa Guardiola adesso. L’allenatore di oggi non si basa però solo sulle esperienze che ha avuto, ma sullo studio e l’analisi. Pirlo è uno che studia".

Quindi Conte lo accantoniamo?

"No no mettiamolo. Sicuramente ha influenzato Andrea per la metodologia, la concentrazione e la richiesta di attenzione. Conte è unico in questo. Credo ti avvicini al mestiere".

Se dovessero dire a Pirlo che bisognerà rinunciare a uno tra Dybala e Ronaldo, come potrebbe finire?

"Credo che ogni allenatore sceglierebbe di tenere Dybala per una questione anagrafica. Questo non toglie la capacità a Ronaldo di essere decisivo anche a 80 anni".

Come sarà il prossimo campionato con uno stacco così breve in mezzo?

"Sono contento sia stato posticipato di una settimana l’avvio della Serie A, ma al di là dello stacco credo che il filone da seguire sia lo stesso. Abbiamo visto coraggio in questa stagione, ribaltamenti di gerarchie. L’Atalanta che va in casa della Juve a fare calcio spettacolo. E sono convinto che il Napoli tornerà in auge".