Mercoledì 24 Aprile 2024

Gli straordinari di Mancini

Doriano Rabotti

Mettiamola così: l’Italia vista a Wembley appartiene al passato, per fortuna. Perché il debito sacrosanto di riconoscenza meritava di essere saldato, e bene ha fatto il ct a proporre nella ’Finalissima’ quasi tutti i giocatori che l’hanno accompagnato alla conquista di un Europeo che, col tempo, ha preso le giuste dimensioni di un’impresa perché l’Italia non era la più forte, in Inghilterra.

Messi e compagni non hanno neanche avuto bisogno di incantare, per far capire già prima del té caldo che se loro ai mondiali ci vanno, e noi no, qualche motivo c’è. Più forti a livello individuale anche al netto del fenomeno del Psg, i sudamericani hanno messo in mostra senza pietà le falle che ormai mostrano gli azzurri più stagionati. Contava il giusto, era comunque un trofeo da alzare, ma forse sarebbe stato anche peggio scoprire che eravamo all’altezza di una squadra che in Qatar va per essere protagonista. Perché avremmo mangiato pane e rimpianti fino a novembre, nel caso.

E invece così ci siamo Messi definitivamente il cuore in pace, grazie a Leo. Oggi non siamo a quel livello, semplicemente. Domani chissà.

Di sicuro adesso inizia davvero un nuovo ciclo, Mancini lo ha detto ed è certo che manterrà la promessa. Purtroppo l’Italia paga la scarsa esperienza internazionale dei giovani talenti migliori, che pure ci sono. Da sabato contro la Germania toccherà anche questo compito, al ct.