Mercoledì 24 Aprile 2024

Gioia Jacobsen, ora la rinascita è completa

Due anni fa finì in coma, gli avevano dato l’estrema unzione: porta il nome di Casartelli, ieri ha vinto allo sprint

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di Angelo Costa

Vento, cadute e una volata da pelle d’oca: non si nega nulla il Tour nella sua seconda giornata danese. Nemmeno un vincitore speciale, un vero sopravvissuto: l’olandese Fabio Jakobsen, in coma due anni fa dopo un terribile incidente in corsa. E’ lui a risolvere uno sprint ridotto ai minimi termini da un groviglio di gruppo, negando il successo al solito Van Aert. Al belga non va poi così male, perchè si consola sfilando la maglia gialla al connazionale Lampaert.

Da una tappa temuta alla vigilia per l’attraversamento nel finale del Grand Belt, il ponte di 18 chilometri sul mare tanto scenografico quanto poco incisivo sulla tappa, emerge con prepotenza Jakobsen, che deve il suo nome italiano al ricordo di Casartelli. A 25 anni, l’olandese ha già molto da raccontare: nell’agosto del 2020, al giro di Polonia, finì in rianimazione dopo essere volato oltre le transenne a 80 all’ora. All’ospedale Jakobsen si presentò con tali danni a cervello, bocca (niente denti, palato esploso) e bacino, che gli venne data l’estrema unzione. Da allora ha passato più di un anno a rifarsi i connotati: il suo rivale, ieri ottavo, ha invece passato nove mesi fuori dalle corse.

Tornato incredibilmente in bici, Jakobsen ha ripreso a vincere: giusto un anno fa ha riassaporato la gioia del successo in Vallonia, poi ha aggiornato a cinque il conto delle tappe conquistate alla Vuelta. A questo Tour si è presentato da debuttante, preferito al più anziano e glorioso Cavendish, primatista di successi di tappa a braccetto con Merckx: al primo sprint, rischiando di finire in terra dopo una spallata di Sagan, l’olandese premia subito la scelta del suo team, al secondo centro in due giorni.

Di cadute vere se ne registrano tre, tutte nel finale: due sul ponte, che costringono Uran, Ciccone e l’ex maglia gialla Lampaert a inseguire, la terza a meno di tre chilometri dall’arrivo, qualche ammaccatura ma nessuna conseguenza sulla classifica.

Valverde. Senza conseguenze, lontano dal Tour, anche l’incidente in allenamento di Valverde, investito insieme a un compagno da un’auto pirata.

Classifica dopo due tappe: 1) Wout Van Aert (Bel, Jumbo) in 4h 49’50’’, 2) Lampaert (Bel) a 1’’, 3) Pogacar (Slo) a 8’’, 4) Ganna a 11’’, 5) Pedersen (Dan) a 12’’, 6) Van der Poel (Ola) a 14’’, 7) Vingegaard (Dan) a 16’’, 8) Roglic (Slo) a 17’’.