Venerdì 26 Aprile 2024

Gimbo soffre, ma c’è: il salto più difficile

Mondiali di Eugene, alle 19 le qualifiche del salto in alto: "Il dolore non passa, devo conviverci". Nella notte le batterie di Jacobs

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di Leo Turrini

Non fosse perché Gimbo è Gimbo, ci racconteremmo con franchezza che ben poco ci sarebbe da attendersi da un Mondiale che arriva nel momento sbagliato e nel cuore di una stagione sbagliata, per un cumulo di accidentate coincidenze che hanno tormentato il campione olimpico dopo il trionfo di Tokyo.

Ma Tamberi, appunto, è Tamberi. Ha costruito una carriera d’oro navigando tra alti e bassi umorali, combattendo conflitti interiori che esasperavano gli stati d’animo, trasformando in energia purissima gli stop and go del destino. In un certo senso siamo a cospetto non tanto di un pur bravissimo atleta, bensì di un personaggio romanzesco, di un eroe da cappa e spada, di un idolo che considera la normalità come un sinonimo di mediocrità.

E allora, andiamo a vedere se un altro miracolo è possibile.

Il dolore. Stavolta a complicare piani e progetti ha provveduto (si fa per dire) un fastidio pesante alla gamba di stacco, la sinistra. "Tutta colpa di un nervo che fa le bizze, impossibile sistemarlo – ha spiegato Gimbo –. Debbo conviverci, cercare di non pensarci, fare della adrenalina da gara la mia medicina…"

In breve: non sarà semplice.

In gara. Stasera alle 19 ora italiana, sulla pedana di Eugene l’azzurro andrà a caccia della qualificazione per la finale. In altre situazioni sarebbe stata una mezza formalità ma il contesto rende persino i balzi introduttivi una sorta di viaggio sotto le forche caudine. Gimbo dovrà allontanare i fantasmi e gli spettri, salvaguardando ciò che resta del fragile rapporto con il padre allenatore. Tamberi junior e Tamberi senior avevano annunciato la separazione “tecnica” alla vigilia del Mondiale, poi il buon senso ha suggerito una ricomposizione della frattura, presumibilmente solo temporanea.

Lo dico? Lo scrivo. Per Gimbo la vera finale è quella di stasera. Se passa, se va avanti, dopo può fare di tutto.

Perché Gimbo è Gimbo, appunto.