Sabato 27 Aprile 2024

Ganna porta tutti in finale con il record

di Angelo Costa

E’ in arrivo la prima medaglia per il ciclismo maschile. Viene dalla pista e viaggia su un trenino dell’Alta Velocità: stamattina alle 11,06 italiane, il quartetto dell’inseguimento con Ganna, Lamon, Consonni e Milan si gioca l’oro con la Danimarca. Alla finale arriva sorprendentemente da favorito, dopo aver sbriciolato il record del mondo: in una sessione in cui tutti si migliorano, gli azzurri si impongono all’ultimo respiro sulla Nuova Zelanda in 3’42’’307, un paio di secondi sotto il precedente limite dei danesi, alla media spaziale di 64,765. E’ un capolavoro che completa un risultato di per sé storico: in questa specialità, l’Italia non saliva sul podio olimpico da oltre mezzo secolo, dal bronzo di Messico ’68.

Quartetto da medaglia: è il completamento di una rincorsa iniziata cinque anni fa a Rio, quando il trenino azzurro restò fuori dalle semifinali per un battito di ciglia. E’ anche l’esito sperato del lungo e paziente lavoro sotto la gestione di Davide Cassani: nonostante sia stato fatto sparire da Tokyo e adesso anche dai comunicati federali, il direttore tecnico, nel rilanciare un settore caduto in disgrazia, ha sviluppato col ct Marco Villa un programma che ora porta sul podio una squadra con tre stradisti, a conferma che utilizzare gli atleti in più discipline, come il ciclismo internazionale sta indicando, alla fine paga. Magari a peso d’oro. ’Faremo la gara su noi stessi, cercheremo di far divertire l’Italia’, esulta Pippo Ganna, impressionante per come trascina negli ultimi tre giri un gruppo dove nessuno sbaglia nulla, tanto da spingere un tecnico compassato come Villa ad esultare. Fra l’oro e questa ritrovata Italia (il quartetto donne è sesto nella prova dominata dalla Germania) c’è di mezzo la Danimarca, fin qui al centro di discussioni: in qualifica per un cerotto applicato sulla gamba di tutti i suoi atleti, poi fatto togliere, in semifinale per aver tamponato un atleta inglese che si era staccato, incidente che avrebbe dovuto far ripetere la prova, perché nessuno dei due quartetti l’aveva completata, ma che la giuria dopo un’ora di dibattito considera invece conclusa, dando al regolamento un’interpretazione quantomeno inedita.