Mercoledì 24 Aprile 2024

Fatal Bologna, l’Inter si blocca sul più bello

Come l’anno scorso Inzaghi incassa una pesante sconfitta al "Dall’Ara": e non dà continuità all’impresa di Champions contro il Porto

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di Gianmarco Marchini

L’unica consolazione per l’Inter è che almeno lo scudetto lo aveva già perso. Bologna risulta ancora fatale ai nerazzurri, ma stavolta la sconfitta lascia meno macerie rispetto a quella dell’aprile 2022 quando Radu aveva regalato a Sansone il pallone della vittoria e al Milan lo scudetto. Gli effetti dell’1-0 firmato ieri da Orsolini non sono così apocalittici, almeno nell’immediato, ma sicuramente squarciano quel velo di serenità che Inzaghi aveva cucito con le vittorie su Udinese e Porto. Tolto il pensiero del Napoli, ormai una stella lontana 18 punti, Simone deve guardarsi dalle ombre di Roma e Lazio sempre più grandi e incombenti: stasera Sarri può portarsi a meno due, domani Mou può addirittura fare l’aggancio, come già ieri il Milan.

Tradotto: la corsa per uno dei tre posti Champions si preannuncia una maratona lunga, da soffrire fino all’ultimo metro. Soprattutto se l’Inter è quella vista al Dall’Ara: poche idee con la palla tra i piedi e poca cattiveria quando la palla ce l’avevano i rossoblù, bravissimi nel palleggio a uno-due tocchi che ha mandato in confusione totale Brozovic e compagni. Male il croato in regia, ma in generale è tutto l’impianto nerazzurro - anche con l’ingresso di Barella al 18’ della ripresa - a perdersi nel labirinto creato da Thiago Motta, protagonista assoluto di un Bologna settimo, solitario (in attesa del Torino) e felice. Da tecnico, aveva perso 4 volte su 4 contro la sua ex squadra, Thiago, ma ieri ha riscritto anche questa statistica. E i suoi numeri cominciano a strabiliare: 5 vittorie nelle ultime 7, 24 punti nelle ultime 12 giornate; un passo da Europa, anche se non provate a pronunciare quella parola perché Motta declina il suo lavoro solo al presente. Il futuro – se queste sono le premesse – sorride alla sua carriera e alla sua squadra.

Tutt’altro Bologna questo rispetto a quello che fece l’impresa teleguidato dall’ospedale da Mihajlovic. Ma tutt’altro Bologna anche rispetto all’andata quando i rossoblù, avanti, vennero poi travolti 6-1. A San Siro furono due episodi in 10’ a cambiare la gara (magia di Dzeko e punizione di Dimarco). Ieri gli episodi non hanno aiutato Inzaghi, con quel colpo di testa fallito da Lautaro al 40’ e quel pallone calciato in curva da Calhanoglu al 3’ della ripresa. Ma l’Inter non l’ha persa lì la partita. Il Bologna l’ha vinta prima, durante e dopo: con un pressing altissimo, con una grande difesa e con la qualità nelle uscite. I rossoblù hanno controllato la gara dall’inizio, non si sono disuniti dopo la rete giustamente annullata a Barrow al 12’ per fuorigioco di Dominguez, né dopo la traversa di Soriano (18’). Ma soprattutto non si sono accontentati del pari, come dimostra il gol al 31’ della ripresa, con Schouten alto a intercettare un pallone di D’Ambrosio e a firmare l’assist che spinge Orsolini davanti a Onana: esterno sinistro sotto la traversa e corsa sotto la curva. Il Bologna vola, l’Inter ripianta i piedi per terra.