Mercoledì 24 Aprile 2024

Europei e professionismo, l’Italia che Sara

Gama nella Hall of fame Figc: "Puntiamo a fare bene in estate e poi ad andare ai Mondiali. Assicurazione e pensione una conquista storica"

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TORINO

Ha scritto le pagine più belle della storia recente del calcio femminile italiano e non ha nessuna intenzione di fermarsi. Lo sviluppo del movimento continua a passare dai piedi, dalla testa e dal coraggio di Sara Gama, capitana della Juventus e della Nazionale, ma anche vicepresidente Aic ed ex consigliera federale, pronta a fare il suo ingresso ufficiale nella ‘Hall of Fame’, raccogliendo l’eredità di Morace, Panico, Gabbiadini, Vignotto e Bertolini. Un riconoscimento che risale al febbraio di due anni fa, ma che a causa della pandemia le verrà consegnato - insieme a Barbara Bonansea, entrata pochi mesi fa in questo ristretto sodalizio di campionesse - a fine mese: "Sono orgogliosa, significa che ho fatto delle cose buone e mi piace pensare di averle fatte sia dentro che fuori dal campo, dando il mio contributo alla crescita del nostro sport". Con i suoi club ha vinto praticamente tutto: "Durante la mia esperienza all’estero ho subito gravi infortuni, ma la scelta di lasciare la Francia non è stata affatto facile - racconta l’ex Psg - lì eravamo già professioniste e tornare in un calcio dove non c’erano ancora i grandi club non era quello che sognavo in quel momento".

"Ora posso dire che si è rivelata la scelta migliore, mi ha permesso di riprendere i miei ritmi e da allora mi sono tolta grandissime soddisfazioni. Nulla è venuto per caso: bisogna lavorare, fare scelte e mettersi sempre in gioco, così facendo i risultati arrivano". Leader in campo, Sara è diventata un punto di riferimento anche fuori. Nel 2019 Forbes la inserisce tra le cento donne più influenti d’Italia, l’anno dopo viene eletta vicepresidente dell’Aic, prima donna della storia a ricoprire questo incarico.

Nella sua doppia veste di calciatrice e dirigente, è dunque già proiettata verso le prossime sfide. Tra queste, in rigoroso ordine di tempo, c’è la rincorsa al quinto scudetto consecutivo e alla terza Coppa Italia, il debutto del professionismo ma anche i fondamentali appuntamenti internazionali che attendono l’Italia. "Dopo venti anni di assenza nel 2019 abbiamo riportato l’Italia al Mondiale - sottolinea la 33enne di Trieste, arrivata a 135 presenze con la Nazionale maggiore -. Per noi è stato l’inizio di un percorso, ma non dovrà più rappresentare un’eccezione. Dobbiamo dare continuità ai risultati e alle prestazioni perché giocare ai massimi livelli è fondamentale per migliorare come atlete. Vogliamo dimostrare la nostra forza all’Europeo e poi a settembre andare a prenderci la qualificazione mondiale. Ci meritiamo questi palcoscenici". E sullo sviluppo dell’intero movimento aggiunge: "L’inversione di rotta c’è stata nel 2015 e da allora abbiamo iniziato a crescere grazie a un’ottima programmazione. D’ora in poi non ci dovrà interessare l’exploit, dobbiamo puntare al consolidamento per portare l’Italia, con le sue Nazionali e i suoi club, al massimo livello, sempre".

Le basi per accelerare questo processo già ci sono, il calcio femminile italiano è a un passo da una svolta epocale. Sara ha vinto una delle sue più grandi battaglie con l’introduzione del professionismo in Serie A. "I passi in avanti - conclude Gama - saranno notevoli e andranno considerati sotto due diversi aspetti: da una parte le calciatrici che giocano e quelle che giocheranno potranno contare su tutele riconosciute, come l’assicurazione e la pensione, è questo il motore che ci ha spinto a lottare per ottenere quello che ci spettava. Dall’altra avremo l’opportunità di lanciare definitivamente questa disciplina, che è una parte del sistema calcio con enormi potenzialità non ancora sfruttate, investendo per poter competere ai massimi livelli e puntare alla vittoria. Entrambi gli aspetti hanno un valore enorme e favoriranno lo sviluppo del nostro sport, che andrà a beneficio di tutti, non solo delle atlete. Professionismo vuol dire questo".