TORINO Ha scritto le pagine più belle della storia recente del calcio femminile italiano e non ha nessuna intenzione di fermarsi. Lo sviluppo del movimento continua a passare dai piedi, dalla testa e dal coraggio di Sara Gama, capitana della Juventus e della Nazionale, ma anche vicepresidente Aic ed ex consigliera federale, pronta a fare il suo ingresso ufficiale nella ‘Hall of Fame’, raccogliendo l’eredità di Morace, Panico, Gabbiadini, Vignotto e Bertolini. Un riconoscimento che risale al febbraio di due anni fa, ma che a causa della pandemia le verrà consegnato - insieme a Barbara Bonansea, entrata pochi mesi fa in questo ristretto sodalizio di campionesse - a fine mese: "Sono orgogliosa, significa che ho fatto delle cose buone e mi piace pensare di averle fatte sia dentro che fuori dal campo, dando il mio contributo alla crescita del nostro sport". Con i suoi club ha vinto praticamente tutto: "Durante la mia esperienza all’estero ho subito gravi infortuni, ma la scelta di lasciare la Francia non è stata affatto facile - racconta l’ex Psg - lì eravamo già professioniste e tornare in un calcio dove non c’erano ancora i grandi club non era quello che sognavo in quel momento". "Ora posso dire che si è rivelata la scelta migliore, mi ha permesso di riprendere i miei ritmi e da allora mi sono tolta grandissime soddisfazioni. Nulla è venuto per caso: bisogna lavorare, fare scelte e mettersi sempre in gioco, così facendo i risultati arrivano". Leader in campo, Sara è diventata un punto di riferimento anche fuori. Nel 2019 Forbes la inserisce tra le cento donne più influenti d’Italia, l’anno dopo viene eletta vicepresidente dell’Aic, prima donna della storia a ricoprire questo incarico. Nella sua doppia veste di calciatrice e dirigente, è dunque già proiettata verso le prossime sfide. Tra queste, in rigoroso ...
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