Venerdì 26 Aprile 2024

Documenti falsi, pasticcio vero

Doriano Rabotti

Chissà, forse in Qatar avremo il nuovo Obdulio Varela e non lo sapevamo. Per chi non ne conoscesse la storia vera diventata mito e leggenda, Varela era il capitano dell’Uruguay del Maracanazo, quello di Ghiggia e Schiaffino che nel 1950 fece piangere tutto il Brasile battendolo in casa nella finale mondiale. L’episodio è stato raccontato mirabilmente da tanti scrittori e tutti hanno attribuito la vittoria della Celeste alla leadership in campo del Negro Jefe, il capo nero. Che come in un film dopo la partita si mescolò per le strade di Rio alla tristezza dei brasiliani, mentre i compagni festeggiavano il titolo.

Anni dopo si scoprì perché era triste: Varela in realtà era di origini brasiliane, in Sudamerica a volte i documenti hanno la stessa verità storica dei personaggi onirici di Cent’anni di solitudine di Marquez, o della carta d’identità dell’Eriberto-Luciano di Chievo e Bologna, quasi nulla insomma.

Bene, ieri l’Ecuador ha ricevuto la sanzione per aver schierato per otto partite Byron David Castillo Segura, con certificato di nascita falso: Cile e Perù sostengono di avere le prove che in realtà l’unica cosa ‘Segura’ è la truffa, perché il ragazzo è nato in Colombia e ha 3 anni in più. L’Ecuador comunque farà i mondiali, pagherà una multa e avrà tre punti di penalizzazione nelle qualificazioni per i prossimi, di mondiali.

Ma è possibile, nel terzo millennio, giocare otto partite con un documento falso?

Forse sono personaggi di fantasia anche i controllori...