Mercoledì 24 Aprile 2024

Dal club ai media, chi c’è nel mirino di Conte

Torna il rumore dei nemici. Nel mirino del tecnico sicuramente i giornalisti. Ma non solo. Ecco cosa rimprovera anche alla società

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di Mattia Todisco

Laddove c’è da gioire per un ritrovato successo, c’è un post-partita che non ci si attende. È casa Inter, un ambiente che fatica a viversi le gioie anche quando sono palesi, senza macchia. Lo si è capito una volta di più dopo la sfida al Sassuolo, un netto 0-3 che avrebbe dovuto far scaturire sorrisi e parole di ritrovata serenità.

Era disteso il volto di Roberto Gagliardini, ad esempio: un gol, una grande prova, l’incubo di una rete a porta vuota mancata la scorsa stagione con cui la squadra avrebbe potuto prolungare la corsa scudetto. Non lo era quello di Antonio Conte, nella cui testa i pensieri positivi per una partita in grande stile si sono mischiati con la rabbia per qualche giudizio mal digerito. Come affermato dallo stesso tecnico, per stare all’Inter è necessario saper sopportare le critiche, altrimenti si può benissimo costruirsi un percorso nelle formazioni che abitano la media e bassa classifica.

Eppure il primo a non riuscire a godersi il "percorso" (parole che l’allenatore gradisce molto e con cui talvolta maschera le necessità di vittoria) è proprio Conte stesso. Sostiene, a intervalli regolari, che l’ambiente Inter è complicato. Si augura, ma non offre certezza, che almeno all’interno delle mura si spinga tutti dalla stessa parte. Dubbio che può nascere, perché ogni sensazione è legittima, ma che sembra ardito da sollevare se un giorno prima le massime cariche della società hanno speso parole di sostegno totale (leggere per credere le dichiarazioni di Marotta e Zhang di venerdì). Conte ha espresso lusinga per la stima, ricambiata, del presidente.

Già lo scorso anno ha dovuto affrontare la situazione di allenatore di una squadra diretta a distanza dalla proprietà, perché la pandemia ha spinto il giovane Steven a far ritorno in patria, dove il massimo dirigente è tornato anche poche settimane fa. Non c’è una data di rientro alla base, ovvero Milano, perché la posta in palio è un accordo per il main sponsor in procinto di arrivare (lo ha detto Antonello) anche se ancora non si sa con chi. Il dilemma è proprio questo: chi è il destinatario degli strali contiani?

Marotta ha difeso il tecnico anche dopo le sue forti sfuriate, con Zanetti e Oriali i rapporti sono sempre stati di grande apprezzamento reciproco, la maggior parte dei giocatori hanno dimostrato a Reggio Emilia di essere più che mai allineati con l’allenatore.

Ci sono delle eccezioni, calciatori a cui non sono state concesse grandi chance e che a gennaio potrebbero indossare una nuova maglia. Il nome di Eriksen è quello più facile da evidenziare. Non c’è feeling tecnico tra il danese e Conte, difficile possa essercene anche dal punto di vista umano dopo che al ragazzo sono stati concessi due mini-scampoli da 5’ ciascuno contro Real e Sassuolo.

Le ultime dichiarazioni di Marotta, solitamente ben più abbottonato sulle mosse di mercato, sono il segnale inequivocabile di un matrimonio a un passo dalla conclusione.

La società ha scelto Conte, anche stavolta. A maggior ragione cresce il mistero su un "rumore dei nemici" (celebre frase di Mourinho) che il tecnico ha configurato come un possibile fuoco amico ma del quale non è così palese la provenienza.