Mercoledì 24 Aprile 2024

Da Valencia a Mandalika Ducati è sempre mondiale

Bautista iridato di Superbike una settimana dopo il trionfo di Bagnaia in MotoGp

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Da un mondo all’altro. In una settimana. Questo è l’anno della Ducati, non si discute. Dopo il titolo iridato in MotoGp con Pecco Bagnaia, ecco servito quello della Superbike con Alvaro Bautista. Allo spagnolo è bastato un secondo posto in gara-2 a Mandalika, in Indonesia, per laurearsi campione facendo trionfare la casa di Borgo Panigale dopo undici anni.

Risaliva infatti al 2011, stagione della cavalcata vincente di Carlos Checa, l’ultimo titolo di Sbk per la Ducati. "Ora è il tuo turno", aveva ‘profetizzato’ sui social prima della tappa indonesiana la scuderia bolognese che, tra l’altro, ha già rinnovato il contratto per il 2023 al 37enne pilota spagnolo. Bautista ieri ha gestito con lucidità il grande vantaggio, e soprattutto in gara-2 ha lasciato involarsi Toprak Razgatlioglu, il turco della Yamaha campione uscente cui non è bastata una fantastica tripletta in Indonesia (aveva vinto anche gara-1 e Superpole Race) per lottare ancora per il titolo. Ora potrà solo confermare la seconda piazza finale cercando nella tappa australiana di rintuzzare il tentativo di rimonta del pluricampione Jonathan Rea su Yamaha.

Troppo grande il vantaggio già accumulato da Bautista, pilota molto talentuoso – è stato iridato della 125 a diciotto anni nel Motomondiale nel lontanissimo 2002, poi anche un secondo posto finale in 250 nel 2008 e il quinto in MotoGp nel 2012 – che sulle ’derivate’ delle moto di serie ha trovato una sua dimensione di protagonista. "È un sogno che si avvera, specie dopo gli ultimi due anni, molto difficili – dice il neo campione –. Ringrazio chi mi ha dato fiducia. Per la prima volta mi sono sentito un pò stressato in gara-2 prima del via ma ho cercato di giocarmela e controllare le emozioni. Quando ero primo sbagliavo tantissimo perché avevo la testa da un’altra parte. Sono stato molto costante in tante situazioni diverse".