Giovedì 25 Aprile 2024

Da Inzaghi a Cannavaro, è una B mondiale

Fabio accetta la panchina del Benevento e accresce i quarti di nobiltà di un campionato che in campo schiera già Buffon e Fabregas

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di Paolo Franci

La Coppa del Mondo sulla mensola del salotto buono e la Serie B ogni weekend. E mica solo Cesc Fabregas, che ha vinto tutto ma proprio tutto con la nazionale spagnola e trofei a garganella con il Barcellona. Oppure Gigi Buffon, campione del mondo 2006 e molto altro con la Juve. Questi due, scendono ancora in campo, con il Como l’ex numero 10 della Spagna, con il Parma il Gigi mondiale. Poi, ci sono i campioni del mondo che se ne stanno aldilà della riga bianca. Allenano, insomma. FIlippo Inzaghi, campione del mondo, è ormai un habituè della serie B: Benevento - dove fa il miracolo centrando la promozione in ’A’ - Brescia, Reggina. E, a proposito del Benevento, squillino le trombe per uno dei simboli di quella notte a Berlino, Fabio Cannavaro, non a caso vincitore del Pallone d’Oro proprio nel 2006. L’ex centrale della Juve approda sulla panchina giallorossa per volere di Oreste Vigorito, numero uno del club campano che ha una particolare predilezione per gli azzurri campioni del mondo. Dopo aver ingaggiato Filippo Inzaghi e, ora, Cannavaro, in estate aveva tentato il colpo con Daniele De Rossi, altro grande protagonista del Mondiale tedesco e di nuovo al centro dei rumors nella caccia al sostituto di Caserta.

La storia della serie B - che in altri paesi si presenta con un nome differente ma tale resta - è piena di casi come quello di Fabregas o Buffon. Il primo a venire in mente è uno dei difensori più forti della storia del nostro campionato, il brasiliano Pluto Aldair - oggi star del footvolley sulle spiagge di tutta Italia - simbolo della Roma e, soprattutto, di quel Brasile che vinse il Mondiale americano nel 1994 battendo l’Italia di Sacchi in finale. Aldair, assai romantico, dopo 13 stagioni nella Roma, ricevette molte offerte da club di ’A’ ma decise di scendere in ’B’ col Genoa proprio per non dover incrociare gli scarpini con la sua ex squadra.

Fa statistica, ma non per scelta, la Juve che finisce in ’B’ per effetto dello scandalo Calciopoli e si ritrova con una manica di giocatoroni che decidono di non abbandonare la nave, compresi i campioni del mondo Del Piero - indimenticabile la sua celebre frase: "un cavaliere non abbandona mai la sua signora" che ha fatto il giro del mondo ed infiammato i cuori dei tifosi - Camoranesi e quel David Trezeguet che aveva vinto il mondiale nel ’98. Per lui c’è stato anche un bis, quando decise di tornare al River Plate, che era appena retrocesso per la prima volta nella sua storia. Senza dimenticare Nedved che giocò da retrocesso nei panni di Pallone d’Oro in carica. E, ancora, i campioni del 2006 Marco Amelia e Simone Barone, che vestirono la maglia del Livorno. E Christian Zaccardo che invece difese i colori del Vicenza, dove fece toccata e fuga anche lo stesso Amelia.

Era, invece, un campione del mondo del 1982, benchè riserva di Bruno Conti, la leggenda juventina Franco Causio che, una volta chiusa la lunga parentesi bianconera e giocato un paio di anni tra Inter e Lecce, scelse di chiudere alla Triestina in serie B. Tra gli eroi di una Coppa del Mondo scesi giù nel calcio meno celebrato, non si può non annotare il nome di Rivaldo, Pallone d’Oro che al suo ennesimo ritorno in patria, dopo esotiche avventure in Grecia, Uzbekistan e Angola, accetta l’offerta del Sao Caetano, seconda divisione carioca. L’ex Milan farà anche meglio: nella stagione successiva scende in Serie C tornando al Mogi Mirim, club con cui aveva già giocato in gioventù. Ma c’è un motivo: Rivaldo è presidente e, a 43 anni, ancora gioca. Lì coronerà il sogno di scendere in campo assieme a suo figlio Rivaldinho e di segnare nella stessa gara in cui è andato a segno ilsuo erede.