L’inaugurazione del circuito di Imola risale al 25 aprile 1953, dopo diversi mesi di “collaudi“ a due e quattro ruote. La pista inizialmente era anche soprannominata "piccolo Nurburgring" per il fatto di essere particolarmente difficile, di assecondare uno scenario naturale in parte collinare e anche di comprendere – agli esordi – strade normalmente utilizzate per il traffico di tutti i giorni. Il tracciato ha conosciuto diverse migliorie e variazioni, principalmente volte a una maggiore sicurezza. Soprattutto dopo la tragica edizione del Gp del 1994 con le morti di Senna e Ratzenberger. Il curvone del Tamburello, quella appunto dell’incidente fatale al brasiliano, è stato sostituito da una doppia curva sinistra-destra; corretta ora la pendenza dell’asfalto delle due curve che portano alla ‘Villeneuve’ , quella dello schianto dell’austriaco e a sua volta rivista con una nuova variante. Incrementate di recente anche le vie di fuga nel tratto Piratella-Acque Minerali, quest’ultima convertita poi in doppia curva. Quasi immutata negli anni la chicane Variante Alta, mentre la Rivazza è diventata più "secca" dopo il 2001 oltre ad avere beneficiato di una via di fuga maggiore.
Proprio alla Rivazza si assiste a una delle tre staccate più violente all’"Enzo e Dino Ferrari", passando da circa 310 a 140 chilometri all’ora, con oltre 5 g di decelerazione; le altre sono la Tosa (ma ora la curva è più dolce rispetto al passato) e la Variante Alta, in cui si passa dai circa 290 orari a 130. L’acceleratore viene tenuto a tavoletta dai piloti per circa il 70% di un giro a Imola, i freni sono utilizzati invece per il 13% del tempo totale.
Episodio 02: Imola per noi, tra Gilles, Senna e Hamilton - Podcast Profondo Rosso