Mercoledì 24 Aprile 2024

Imola, il circuito: curve da campioni e saliscendi col brivido

Variazioni e migliorie continue per rendere la pista sempre più sicura: ma resta una delle più tecniche ed emozionanti del Circus

Il circuito di Imola

Il circuito di Imola

L’inaugurazione del circuito di Imola risale al 25 aprile 1953, dopo diversi mesi di “collaudi“ a due e quattro ruote. La pista inizialmente era anche soprannominata "piccolo Nurburgring" per il fatto di essere particolarmente difficile, di assecondare uno scenario naturale in parte collinare e anche di comprendere – agli esordi – strade normalmente utilizzate per il traffico di tutti i giorni. Il tracciato ha conosciuto diverse migliorie e variazioni, principalmente volte a una maggiore sicurezza. Soprattutto dopo la tragica edizione del Gp del 1994 con le morti di Senna e Ratzenberger. Il curvone del Tamburello, quella appunto dell’incidente fatale al brasiliano, è stato sostituito da una doppia curva sinistra-destra; corretta ora la pendenza dell’asfalto delle due curve che portano alla ‘Villeneuve’ , quella dello schianto dell’austriaco e a sua volta rivista con una nuova variante. Incrementate di recente anche le vie di fuga nel tratto Piratella-Acque Minerali, quest’ultima convertita poi in doppia curva. Quasi immutata negli anni la chicane Variante Alta, mentre la Rivazza è diventata più "secca" dopo il 2001 oltre ad avere beneficiato di una via di fuga maggiore.

Proprio alla Rivazza si assiste a una delle tre staccate più violente all’"Enzo e Dino Ferrari", passando da circa 310 a 140 chilometri all’ora, con oltre 5 g di decelerazione; le altre sono la Tosa (ma ora la curva è più dolce rispetto al passato) e la Variante Alta, in cui si passa dai circa 290 orari a 130. L’acceleratore viene tenuto a tavoletta dai piloti per circa il 70% di un giro a Imola, i freni sono utilizzati invece per il 13% del tempo totale.

Episodio 02: Imola per noi, tra Gilles, Senna e Hamilton - Podcast Profondo Rosso