Mercoledì 24 Aprile 2024

Conte, se una mezza rivoluzione è di rigore

Tecnico infuriato coi suoi dopo il ko col Bologna, nel mirino soprattutto il penalty di Lautaro: oggi scade la clasuola da 111 milioni.

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di Mattia Todisco

Il day after di Antonio Conte non è stato dissimile dal post-partita di domenica. Poca voglia di sorridere, testa al lavoro, sguardo torvo (anche per la distrazione muscolare capitata a Barella) per trasmettere ai giocatori quella delusione che si augura percepiscano anche solo all’1%. Ipse dixit.

Quando a novembre perse 3-2 contro il Borussia Dortmund, il tecnico fece capire che qualcosa nella costruzione della squadra non lo aveva convinto. Ora il messaggio è stato ancora più chiaro. Nella critica domenicale il tecnico ha tirato in ballo se stesso, ma la convinzione del tecnico è che proprio nella scarsa profondità della rosa risieda il peccato originale.

Conte è uomo pronto a morire per le proprie idee: mai ammetterà di aver probabilmente tardato qualche cambio in alcune partite finite in parità o addirittura perse, anche se la scelta di arrivare al 74’ prima di effettuare la prima sostituzione contro il Bologna non ha pagato nessun dividendo. Nell’arcigna convinzione della strada su cui lavora risiede un punto di forza, ma a volte anche una debolezza, perché non aiuta a cambiare strada quando si sta finendo fuori percorso.

Questo non significa che nell’analizzare la rosa non si debbano prendere decisioni drastiche (Gagliardini potrebbe aver finito la sua avventura all’Inter, lo stesso Godin ha un anno di contratto da cui potrebbe uscire pur essendo tra i più pagati della rosa) ma che quando si farà un bilancio di fine annata il riammodernamento della truppa dovrà essere uno dei punti sul tavolo, non il solo.

Non è facile quantificarlo, ma quanti punti vale il miglior allenatore della Serie A? E quanto dello svantaggio ridotto rispetto alla Juventus paragonando il campionato scorso a quello attuale è dovuto al mercato? Quanto a Conte?

Hakimi è una buona medicina, sebbene i 21 anni della carta d’identità lo rendano differente dal mix di esperienza e curriculum vincente che il tecnico ha richiesto per i futuri profili. Nella lista consegnata a Marotta ci sono i nomi di Vidal, Emerson Pamieri e Giroud. Persino quello di Sanchez, in prestito dal Manchester United, falcidiato dagli infortuni e condizionato dagli alti e bassi, ma la cui bacheca personale è florida. Sono i giocatori a cui verrà chiesto di dare una scossa di mentalità.

Se poi si riuscirà ad evitare la cessione dei possibili cardini del futuro come Martinez (di cui oggi dovrebbe scadere la clausola rescissoria da 111 milioni di euro) meglio ancora, nella speranza che l’argentino torni a non farsi condizionare dalla telenovela per il possibile passaggio in blaugrana. Domenica al Meazza la prestazione non è stata negativa, il rigore è stato invece un disastro. A Conte non è piaciuto che Lukaku gliene abbia lasciato l’incombenza. Parliamo però di un’alternanza che dura da inizio anno ed è stata raccontata dallo stesso Lautaro: se l’accordo tra i due non è gradito, perché intervenire solo a poche giornate dalla fine?