Venerdì 26 Aprile 2024

Coronavirus, ministro Spadafora: "La ripresa della Serie A non è scontata"

Il ministro dello Sport parla chiaro: "Se le condizioni non saranno favorevoli, non si ripartirà. Lo sport non è solo calcio"

Vincenzo Spadafora

Vincenzo Spadafora

Bologna, 20 aprile 2020 - Vincenzo Spadafora gela milioni di tifosi: la ripresa del campionato non è scontata come poteva sembrare in questi giorni. Il Ministro dello Sport ha parlato a Tg2 Post, commentando la possibilità di tornare in campo il 4 maggio per le squadre di Serie A: "Mercoledì incontrerò la Figc, che mi presentà il protocollo relativo soprattutto agli allenamenti. Io oggi non do per certi nè la ripresa del campionato nè, tantomeno, quella degli allenamenti, se prima le condizioni non saranno favorevoli". Parole che quindi frenano quelli che potevano diventare facili entusiasmi, a pochi giorni dal termine del decreto che sancisce la conclusione del lockdown il 3 maggio: "Se anche riprenderanno gli allenamenti, ciò non significa che in automatico ripartirà anche la Serie A. Noi siamo concentrati sulla ripartenza del campionato, ma lo sport non è solo calcio. Speriamo che tanti milioni di italiani possano tornare a fare attività fisica presto, non solo i calciatori". In atto ci sono anche misure economiche per aiutare chi è in difficoltà in questo momento: "Dalla prossima settimana riusciremo a fornire il bonus di 600 euro ai collaboratori sportivi e non solo che non superano il tetto di reddito pari a 10mila euro l'anno. Saranno anche disponibili 100 milioni che aiuteranno le società dilettantistiche ed eviteranno il fallimento di tanti centri sportivi". Nel caso in cui la Serie A ripartisse, c'è una minima possibilità che i match vengano trasmessi in chiaro: "Quando ho fatto questa proposta nel periodo di massima emergenza", afferma duramente Spadafora "ho avuto un acceso dibattito con l'a.d. di Sky e il presidente della Lega Serie A, Dal Pino. Vedremo se riusciremo a risolvere il problema, è complicato. Quando il mondo del calcio non vuole decidere per motivi economici, dice che è il Governo che deve farlo. Quando, invece, il Governo interviene, il mondo del calcio rivendica la propria autonomia".