Venerdì 26 Aprile 2024

Italia-Polonia Nations League, dove vederla e formazioni ufficiali

Mancini, a Bologna il primo esame. La sfida per ripartire dopo il flop Aggiornamento / Nations League, l’Italia salva su rigore: con la Polonia è 1-1

Roberto Mancini con gli azzurri della Nazionale (Ansa)

Roberto Mancini con gli azzurri della Nazionale (Ansa)

Roma, 7 settembre 2018 - L'Italia di Mancini si presenta in Nations League. Con la sfida alla Polonia stasera allo stadio Dall'Ara di Bologna, alle 20.45 (qui il calendario tv della Nations League 2018/2019) la Nazionale punterà a riscattarsi dalla delusione dell'esclusione al mondiale. Le ferite della Svezia fanno ancora male: tocca al nuovo ct, al primo esame nella competizione Uefa che mette in palio il posto per l'Europeo, restituire la fiducia ai tifosi. "Qui debuttai a 16 anni: giocare la prima vera gara con l'Italia proprio al Dall'Ara è una cosa speciale", ha commentato Mancini. Dove vederla in tv? In diretta su Rai Uno (come la prossima, contro il Portogallo, in programma lunedì 10 settembre). Oppure in streaming tramite il servizio Rai Play. Sciolti anche gli ultimi dubbi con la diffusione delle formazioni ufficiali: dal primo minuto Balotelli-Insigne davanti con Bernardeschi, Biraghi in difesa (Criscito in panchina) e Gagliardini a centrocampo.

Aggiornamento / Nations League, l’Italia salva su rigore: con la Polonia è 1-1

Ecco le formazioni ufficiali

Italia (4-3-3): Donnarumma; Zappacosta, Bonucci, Chiellini, Biraghi; Gagliardini, Jorginho, Pellegrini; Bernardeschi, Balotelli, Insigne. All. Mancini.

Polonia (4-4-1-1): Szczesny; Bereszynski, Glik, Bednarek, Reca; Blaszczykowski, Krichowiak, Klich, Kurzawa; Zielinski; Lewandowski. All. Brzeczek

IL PUNTO: Da Gigio a Balo, c'è voglia di bella Italia - di Paolo Franci

Come giocherà la sua prima Nazionale ‘vera’, il Mancio non lo dice mica. «Devo dirlo ai giocatori, innanzi tutto...», dichiara, ripensando a quel taccuino zeppo di appunti e pochi dubbi. Aldilà delle scelte però, c’è un aspetto da sottolineare che, di fatto, ribalta il tradizionale rapporto club-Nazionale. La classic version di questo rapport, di solito poggia sui club nervosi e impauriti che l’azzurro possa stancare o, peggio, nuocere alla salute dei loro tesserati. Questa volta però, in un gioco di stati d’animo rovesciati, non sono pochi gli allenatori o i dirigenti che sperano in una scossa azzurra che serva a recuperare quei giocatori partiti malino, se non malissimo in questa stagione.

Prendiamo il Napoli di Carletto Ancelotti. Novanta per cento di stranieri impiegati fin qui, difficile convocare qualcuno che non sia Insigne. Lorenzo però, ha le ruote sgonfie dopo la brutta prestazione diMarassi ed è chiaro come tutta Napoli e Ancelotti sperino in un ritorno alla Magnificenza grazie all’azzurro manciniano. Altro giro, altra rivale della Juve – che poi rivale non è, l’ha detto Totti – o comunque protagonista della zona Champions, la Roma. Pellegrini è il paradosso: probabile titolare stasera, seppellito nella Roma dopo i bruttissimi 45 minuti giocati contro l’Atalanta. Qualche minuto in più ma identica situazione per Bryan Cristante, pagato a peso d’oro dal club di Pallotta ma protagonista di prestazioni di piombo. Anche lo stesso Gagliardini, che entra e esce nell’Inter di Spalletti è a caccia di un ruolo definitivo nell’Inter e la Nazionale può essere la via di svolta, a patto che il Mancio, orientato a far giocare a centrocampo Benassi, Jorginho e Pellegrini, gli dia spazio – al pari di Cristante– nel doppio impegno.

In questa Nazionale dei concetti ribaltati, c’è anche chi ha necessità di mettersi in mostra. E già: un tempo ci si metteva in mostra nel club per arrivare in azzurro, adesso vige la regola contraria. Caldara, ad esempio, spera di trovare spazio per dire la sua anche nel Milan. E vogliamo parlare di Emerson Palmieri e Zappacosta, una coppia di terzini di livello superiore che nella nostra A giocherebbero (quasi) ovunque? Beh, loro due non hanno giocato neanche un minuto con Sarri e certo non devono dormire sonni tranquilli, considerando la poca attenzione del tecnico ex Napoli verso i panchinari. E, ancora, come farà Perin a entrare in concorrenza con Donnarumma se alla Juve non gioca mai? Giocare in nazionale per conquistare il proprio club: l’avreste mai immaginato?