Giovedì 25 Aprile 2024

Chelsea, Higuain: "Non esco di casa per paura delle critiche della gente"

L'argentino si racconta ai microfoni di ESPN: "Sono in una fase della mia vita in cui niente mi fa male, ma in passato ho sofferto"

Gonzalo Higuain

Gonzalo Higuain

Londra, 21 aprile 2019 - Quella che sta attraversando Gonzalo Higuain è senza dubbio uno delle stagioni più difficili della sua carriera. Dopo la parentesi di sei mesi al Milan, condita da otto reti, uno score modesto per un bomber del suo calibro, le cose per l'argentino non stanno andando meglio con la maglia del Chelsea. Voluto fortemente da Maurizio Sarri, il giocatore di proprietà della Juventus è andato a segno solo tre volte, l'ultima delle quali a inizio marzo. Il Pipita è diventato una sorta di oggetto misterioso, tanto che in Europa League, dove i Blues hanno raggiunto la semifinale, Higuain non è mai stato schierato.

E le critiche non stanno mancando, come d'altronde capitato spesso al centravanti sudamericano. "Come reagisco? Mi chiudo in casa e non esco, per paura di ciò che potrebbe dirmi la gente. Ci sono persone che fanno cose brutte e che girano tranquillamente senza vergognarsi di nulla - il pensiero di Higuain, intervistato nel corso del programma di ESPN “Let’s talk about football” - Perciò mi chiedo perché noi calciatori che non abbiamo fatto nulla di male, che fondamentalmente facciamo solo sport, non possiamo uscire in strada senza timori". 

Lo sfogo dell'ex Napoli prosegue: "Sono in una fase della mia vita in cui niente fa male, ma in passato ho sofferto. Ho giocato nei migliori campionati, nelle migliori squadre. Quando avevo 5 anni - sottolinea il centravanti del Chelsea - non avrei potuto nemmeno sognare il 10% di tutto quello che ho fatto, quindi perché dovrei preoccuparmi di quello che dicono". Le accuse riguardano non solo il rendimento di Higuain, ma pure il suo ricco stipendio (a giugno avrà intascato circa 6 milioni di euro durante l'esperienza londinese). "La gente pensa sempre al fatto che guadagniamo tanto, ma gli affetti non si possono comprare. Negli ultimi 14 anni ho passato il Natale e il mio compleanno con persone diverse. La maggior parte delle volte per stare con mia madre le dovrei far fare 15 ore di aereo e non ho mai l’opportunità di averla per 10 minuti. Ma a questo le persone non ci pensano, si pensa soltanto ai gol che facciamo, perché è il lavoro per cui siamo pagati. Diventa l’unico fattore per giudicarci e onestamente mi sembra un po' esagerato, anche se ormai ci ho fatto l’abitudine".