Giovedì 25 Aprile 2024

BAGNAIA E LA DUCATI ITALIA CAMPIONE DEL MONDO

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Dall’inviato

Riccardo Galli

C

i sono Bagnaia e la Ducati, lassù, dove l’ultima volta, per l’Italia, era volato Valentino Rossi. Ci sono Pecco e la Desmo a guardare tutti dall’alto in basso dopo una cavalcata nel Mondiale 2022 che ha riscritto le pagine belle del motociclismo.

Bagnaia è un pilota giovane e spietato. Spietato perchè il modo in cui è riuscito a piegare Quartararo (che non è proprio uno qualunque), ha evidenziato le doti di un campione senza limiti. Carattere freddo, ragazzo meticoloso nello studiare e perfezionare la moto _ da vero erede del Dottor Rossi _, Pecco si è cucito addosso un Mondiale vissuto a cavallo di un’altalena incredibile.

Partenza in sordina, ma con mille ambizioni, periodo di grandi difficoltà, scatto in avanti e di orgoglio, rimonta da matti e vittoria finale: questa la sequenza del 2022. Altro da aggiungere? No, perché anche se Marquez in questo Mondiale non si è visto o quasi, di rivali da annientare, Bagnaia, ne ha avuti, altro che.

Detto di Quartararo, non vanno dimenticata la bella Aprilia di Aleix Espargaro e soprattutto quei duelli con Bastianini, altro ragazzaccio targato Ducati e che già nelle prossime ore diventerà il suo compagno di avventura in vista del 2023.

Bagnaia, dicevamo, bravo a fare qualcosa che ha fatto stropicciare gli occhi a leggende come Giacomo Agostini e Valentino Rossi. Già, Vale che Pecco lo ha cresciuto. All’Academy, al Ranch, ai box di gare facili e di gare difficili. Gli sms, meglio i messaggi chat su whatsapp di Rossi, sono stati

per Pecco lezioni preziose all’Università del Mondiale. Gli ha detto quello che fare e non fare Vale e lui, Bagnaia, non ha fallito un colpo. "Perché Pecco _ come ha ormai ripetuto mille volte Valentino _ è forte, molto forte".

Forte su una moto fortissima, perchè la Ducati, non lo si può nascondere, nel 2022 ha raggiunto una maturità mai vista. No, la Desmosedici non è più solo una moto tutta potenza, imprendibile nella velocità, ma ruvida nella tecnica.

Quella Ducati è cresciuta, è corsa in avanti e si è trasformata nella concorrente giusta allo strapotere di Honda e Yamaha, che con questo Mondiale hanno capito bene quanto si è lavorato a Borgo Panigale e quanto ci sarà (per loro) da soffrire per tornare a comandare il Mondiale.

Il progetto Desmo è partito da lontano, si è sviluppato nelle stagioni in cui il secondo posto valeva comunque oro e adesso ha raggiunto il top. Il massimo.

Nel 2007, quando Ducati conquistò l’ultimo titolo iridato, il refrain fu: Stoner è l’unico che può domare la Rossa e Stoner ha rovesciato la concorrenza grazie a questa sorta di miracolo. Nel

2022, il concetto è molto diverso e racconta una storia assolutamente più bella e più preziosa: Bagnaia è un top-rider assoluto e ha vinto con una moto che non teme rivali.

E’ così che si deve rileggere la stagione di Pecco e della Rossa, che proprio oggi, a Valencia, accenderanno i motori già sul 2023, l’anno che verrà. L’anno che dovrà essere la consacrazione di quanto fatto e realizzato nel Mondiale appena finito. L’anno in cui Pecco e la Ducati possono continuare a riscrivere la storia, con un altro capitolo e con una Bastianini in più nel box.