Giovedì 25 Aprile 2024

Azzurro speranza, Mancini guarda al futuro

Di Lorenzo e il bis di Grifo bastano per superare l’Albania, il ct lancia altri debuttanti: il sedicenne Pafundi, Fagioli e Pinamonti

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di Paolo Franci

Un conto è dirlo, un altro è farlo. E sul volto di Roberto Mancini non è stato difficile scorgere i segni di un fallimento metabolizzato, ma ora riaffiorato di prepotenza. E non potrebbe essere altrimenti perché per un vincente, ambizioso come lui ogni giorno di questo maledetto Mondiale sarà una sofferenza, un viaggio avanti e indietro nel tempo pieno di “se“ e “ma“ con quei rigori di Jorginho falliti e la strada che via via è divenuta un inferno fino all’eliminazione ai playoff. Un conto è dirlo che bisogna ripartire e ricostruire in fretta anche a costo di giocare amichevoli – e vincerle come ieri, che fa sempre bene – a un passo dal Mondiale. E un conto è farlo davvero. E allora, ieri in panchina s’è visto un Mancini diverso. Da una parte il tecnico che sta lì per provare i suoi, dall’altra quello ombroso, cupo quasi, che – lo sappiamo – fa fatica a ritrovarsi in campo mentre gli altri preparano l’esordio in Qatar. Però, è chiaro, già a Marzo gli azzurri inizieranno la corsa verso l’Europeo del 2024, con un obiettivo che resta quello fallito prima da Ventura e poi dai campioni d’Europa in carica - ricordiamolo ogni tanto che lo siamo- e cioè arrivare al Mondiale del 2026 col petto in fuori.

E allora, anche se non sembra, ogni partita è partita vera perché c’è da riprenderci quello che pensavamo fosse nostro per diritto e invece no, non nelle ultime due edizioni.

Mancini l’ha detto chiaramente: queste partite servono per provare alcuni giovani e allargare quel cerchio magico che ci ha portato sul tetto del Continente. E così con un 3-4-3 che piace un bel po’ al ct, parte la storia di questa doppia amichevole, tra Albania e Austria. Giovani non vuol dire soltanto esordienti o mai visti prima. Vuol dire ad esempio Jack Raspadori, già coccolato dal ct e campione d’Europa. Tra quel Jack che s’affacciava nel mondo azzurro e questo, riconsegnato da Spalletti al ct con evidente salto di qualità, c’è una certezza che solletica proprio il Mancio e cioè che quel centravanti che cerca col lanternino da quattro anni e mezzo finalmente c’è, è un millennials e può solo crescere ancora. Ieri, nell’azione che porta al gol di Grifo Jack ha fatto vedere tutto il suo reportorio, per non parlare dei duetti con Zaniolo e non solo.

A proposito, la telefonata tra Nic e il ct ha cancellato le nubi e messo le ali al romanista che in quello stadio, a Tirana, aveva firmato il trionfo in Conference League. NIc se n’è mangiato uno sullo zero a zero, poi ha centrato un palo e seminato il panico. Il piede caldissimo, esagerato, è però quello di Grifo, assist per Di Lorenzo-gol, colpo del sorpasso, traversa spaccata e gran raddoppio. Che fosse in palla si sapeva, ma qui si è esagerato.

C’è stato anche il momento della grande paura per Tonali, finito fuori in barella per una brutta caduta e un colpo durissimo alla spalla. Chi ha impressionato, in una partita giocoforza ’spensierata’ ma non per questo poco intensa, è stato Scalvini, diciannovenne con passo e tranquillità del veterano. Nella ripresa l’Albania ha aggredito alla grande: due legni, un salvataggio di Bonucci sulla riga. Però c’è SuperGrifo, altro gran gol e 3-1. Poi, spazio ad altri millennials, da Ricci, alla settima presenza di Gnonto, fino agli esordienti Fagioli, grande protagonista della rinascita juventina, Pinamonti e il sedicenne Pafundi.