Mercoledì 24 Aprile 2024

Altro che crisi di gennaio...

Paolo Grilli

Tenera è la notte del Napoli. La gara del Maradona spazza via ogni dubbio sui veri rapporti di forza tra le due big giunte con percorsi molto differenti al big match di gennaio, che col suo esito autorizza a parlare di mezzo scudetto per gli azzurri. Un dominio e una vittoria costruiti col gioco, concetto che per Allegri rimane fonte di allergie, ma che l’illustre rivale Spalletti è invece nobile veicolo di bellezza e successo. Persino imbarazzante il confronto tra la dinamica qualità dei partenopei e la classe compassata – spesso inibita – della Juve.

Il copione tattico dei bianconeri non ha funzionato, perché la densità in mediana ha scoperto le fasce e Chiesa ha palesato le sue incertezze in copertura. Il miracolo di Osimhen & C. è stato quello di mettere a nudo in una manciata di minuti i limiti di una difesa, quella della Signora, arrivata al grande appuntamento con la fama di imbattibilità. Chi pensava a un Napoli in calo ha avuto una sonora lezione. Come Max: perché più si alza il livello della sfida, più conta la sfrontatezza con cui si cerca di inventare. Non pare casuale che nella sera del tracollo e dell’addio ai sogni tricolori, nessuno fosse in campo dall’inizio tra Miretti, Fagioli, Kean, Soulé e Iling. I ragazzi terribili che hanno firmato la rimonta della Juve col loro calcio verticale. Ancora meno casuale che Kvara e Osimhen facciano 45 anni in due.