Mercoledì 24 Aprile 2024

"A Fosbury dicevo sempre grazie Devo a lui tutti i miei successi"

Sara Simeoni e l’addio al mito del salto in alto: "È stato il numero uno, ogni volta glielo ricordavo"

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di Doriano Rabotti

Per lei era semplicemente il numero uno. Dick Fosbury ha lasciato un grande vuoto nell’atletica, andandosene lunedì a 76 anni. E giustamente tutto il mondo, non solo dell’atletica, gli ha tributato gli onori che meritano i pionieri, i rivoluzionari, quelli che non accettano di sentirsi dire ’così non si può fare’.

L’ingegnere dell’Oregon che inventò il salto rovesciato per superare l’asticella è qualcosa di più per Sara Simeoni, qualcosa di speciale: perché le immagini delle sfide tra la nostra campionessa e la sua rivale storica, la tedesca Rosemarie Ackermann che saltava ancora con la tecnica ventrale, sono anche la foto di una staffetta tecnica epocale, documentano il passaggio tra un mondo che c’era prima di Fosbury e quello successivo.

Sara, che ricordo personale ha di Fosbury?

"Ci siamo incontrati diverse volte. Non gli ho mai chiesto consigli, ma l’ho ringraziato perché è grazie al suo stile che ho potuto avere la carriera sportiva che mi ha permesso di raggiungere tanti traguardi, lui è stato fondamentale".

Mentre batteva la Ackermann si sentiva una rivoluzionaria, o pensava di avere davanti un’avversaria ancorata all’antico?

"No, nessuna rivoluzionaria, ormai quasi tutti utilizzavano quella tecnica. Era bello saltare contro di lei perché eseguiva il ventrale in un modo perfetto, ma ormai era lei ad essere l’ultima interprete del vecchio stile. Io ero solo felice perché quel salto mi ha dato grandi possibilità".

Tra le novità introdotte c’era anche il fatto che lui usava le scarpette diverse. Lei no. Perché?

"No, io non usavo le scarpette diverse, il problema è stato soprattutto all’inizio, quando ancora non era stata realizzata una scarpa tecnica adatta a quel tipo di salto e mi sono trovata a provare a saltare con una scarpa da velocità, con tutti i vari dolori alle anche che questo comportava. Poi hanno cominciato a produrre le scarpette rinforzate adatte allo stile inventato da Fosbury, e le cose sono migliorate per tutti".

Che cosa lascia Fosbury a chi non ha visto la sua rivoluzione? Ci sono generazioni che sono cresciute vedendo atleti saltare solo con la sua tecnica.

"Dick Fosbury è stato fondamentale. È stato un personaggio che ha dato una svolta non solo al salto in alto, ma al movimento dell’atletica e dello sport in generale. Con questo stile hanno dovuto cambiare i regolamenti perché fino a quel momento non si poteva superare l’asticella con il capo per primo".

E’ vero che gli avversari ne ridevano?

"Magari all’inizio quel salto si prestava alla derisione, rispetto all’altro stile che era considerato molto più serio. Ma nel Pantheon dell’atletica metterei Fosbury sicuramente al primo posto".