Lunedì 20 Maggio 2024
Quinto Cappelli
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Sangiovese, bandiera di Romagna: "Qui è il sinonimo del Bere"

Il 35% della produzione va all’estero: dal Giappone alla Germania

VENDEMMIA

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«IL VINO Sangiovese rappresenta storicamente la stessa identità della Romagna». Parola di Filiberto Mazzanti, agronomo e direttore del Consorzio vini di Romagna, nato come ente Tutela Vini di Romagna nel 1962 a Faenza, dove ha ancora la sede. La filosofia di Mazzanti conferma il vecchio detto secondo cui in Romagna ‘e bé’ (il bere) è sinonimo di vino e vino rosso Sangiovese. Tanto che, secondo un’antichissima tradizione, sarebbe proprio il vino Sangiovese a distinguere gli emiliani dai romagnoli: quando al viandante della via Emilia, che chiede da bere, gli danno dell’acqua, si trova in Emilia, quando invece incominciano a dargli del vino, si trova in Romagna, cioè da Imola a Rimini. Aggiunge il presidente del Consorzio, Giordano Zinzani, che è anche direttore enologico di Caviro a Forlì (il secondo produttore di vino italiano, circa l’11%, dopo Riunite & Civ di Campegine): «Il Consorzio Vini di Romagna, opera da sempre per sostenere la qualità dei vini romagnoli, l’equilibrio dei prezzi e la promozione del prodotto e del suo territorio. Tutelare una cultura vitivinicola significa valorizzare e farsi portavoce di un’eccellenza: il buon vino della Romagna, quel bè che ne rispecchia l’essenza identitaria. Proprio per curarne gli interessi, il Consorzio Vini di Romagna promuove le denominazioni di origine controllata, attivando iniziative promo-commerciali e strategie di comunicazione su carta stampata, radio e tv».  Dalla nascita del Consorzio, per merito dei faentini Elio Assirelli (sindaco e poi senatore) e Alteo Dolcini (segretario comunale), che scelsero come logo il Passatore, nel corso degli anni l’attività si è ampliata notevolmente: il numero dei viticoltori e delle cantine associate è incrementato sensibilmente. «Oggi questa realtà –commenta il direttore Mazzanti- può dirsi a tutti gli effetti protagonista della crescita enologica della Romagna che ha raggiunto in questi ultimi anni livelli di eccellenza qualitativa». Ecco il Consorzio vini di Romagna in numeri: 115 cantine associate fra le 210 esistenti che produco vini Doc, 17 milioni di bottiglie di vino prodotte, fra cui 13 milioni Sangiovese, circa l’80% dell’intera produzione. Nella piramide della qualità, alla base sta il vino comune (almeno 9 gradi), segue l’Igt (Indicazione geografica territoriale) del Rubicone, di Forlì, di Ravenna e del Sillaro; e poi i vini Doc (Denominazione di origine controllata) iscritti negli albi della Regione, nelle quattro tipologie: Doc, Superiore, Riserva e Cru. Il Sangiovese Doc a sua volta si suddivide in denominazioni di origine: Colli di Imola, Colli di Faenza, Colli della Romagna Centrale (Forlì e Cesena), Colli di Rimini. Il 65% del Sangiovese Doc romagnolo è venduto in Italia, mentre il 35% all’estero, con prevalenza Gran Bretagna, Giappone, Usa, Germania e Paesi scandinavi.