Stavolta è il Sud a correre più veloce. In un Paese troppo spesso raccontato come un motore a due velocità, su alcuni pilastri della transizione ecologica– in particolare le energie rinnovabili e l’agricoltura sostenibile – il paradigma si inverte. È quanto emerge dai dati raccolti e analizzati da ’Atlante della Transizione Territoriale’, presentato nelle scorse settimane dall’Associazione Tes (Transizione Ecologica Solidale) davanti a istituzioni e sindacati.
Partendo da una fotografia più allargata, vediamo il confronto dell’Italia con gli altri Paesi Ocse. La situazione non appare rosea: se, su 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, 11 sono in leggero miglioramento, per 6 non si registra alcun progresso.
L’analisi, tuttavia, fa emergere interessanti tendenze geografiche che possono rappresentare punti di forza per l’intero Paese. Per il Centro-Sud il rapporto evidenzia segnali di cambiamento e di crescita in settori chiave per lo sviluppo economico. "Ricerche come queste ci aiutano a capire la complessità delle fratture nel nostro Paese, oltre che tra nord e sud, anche tra centro e periferi", spiega Michele Fina, presidente onorario di Tes. In particolare, il settore agricolo registra progressi significativi verso pratiche sostenibili, con una superficie dedicata a colture biologiche pari al 27% della superficie coltivata nel Centro e al 20,8% nel Mezzogiorno (al Nord si ferma all’8,6%). Nelle regioni settentrionali continua a dominare un’alta concentrazione di colture intensive, con un eccessivo utilizzo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari. Altro capitolo è quello dedicato alle rinnovabili: il Sud è capofila, con consumo energetico da fonti rinnovabili che arriva al 24,8% contro il 19,4% del Nord. Per quanto riguarda l’energia elettrica, il consumo va dal 47% del Sud al 31,8 % del Nord. Anche le aree protette hanno una maggiore estensione al Sud, con il 25,2% di territorio tutelato contro il 18,8% del Nord. "Le regioni meridionali potrebbero ‘saltare’ la fase a maggior impatto ambientale dello sviluppo industriale per proiettarsi in uno scenario di innovazione ecologica", osserva Alessandro Paglia, direttore di Tes.
m.p.