Sostenibilità ambientale, riduzione dei costi dell’energia, sicurezza e autonomia energetica. L’Italia sembra ancora lontana da questi obiettivi, divenuti più urgenti dopo l’attacco russo dell’Ucraina. La crisi energetica che ne è conseguita ha reso evidenti alcune debolezze strutturali del sistema italiano. «Per uscire da questa crisi bisogna migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento: da un lato incrementando le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica e, dall’altro, diversificando sempre più le fonti da cui attingere», sostiene Fabio Bezzi segretario di CNA Emilia-Romagna. Artigiani e piccole imprese possono avere un ruolo strategico nella produzione di energia da fonti rinnovabili, sfruttando lo spazio sui loro tetti per installare impianti fotovoltaici. I capannoni industriali o artigianali sul territorio nazionale sfiorano le 800mila unità, che sono per 70% di proprietà delle Pmi. Considerando una dimensione media di circa 500mq a immobile, si può stimare una superficie complessiva di 400 milioni di mq da utilizzare per l’energia solare. «Anche solo coinvolgendo 200mila imprese si potrebbe ottenere l’equivalente di un terzo di tutta l’energia che ora è prodotta dal fotovoltaico in Italia. Questa strada non solo è possibile, ma è auspicabile». Grazie a questa scelta strategica si ridurrebbe il consumo di suolo, fattore spesso usato come freno all’utilizzo dell’energia solare. Dall’altra parte, si ridurrebbe il consumo di gas per la generazione elettrica di circa un miliardo di mq e le emissioni di CO2 di 3,6 milioni di tonnellate con benefici per l’ambiente. «In più l’autoproduzione energetica farebbe scendere consumi e costi per le piccole imprese. La politica, però, deve fare la sua parte per esempio istituendo un credito d’imposta fino a un massimo del 50% per le spese sostenute per l’installazione di impianti fotovoltaici».
SostenibilitàI capannoni artigianali fonti di energia solare