Mercoledì 8 Maggio 2024

Di corsa verso il traguardo. Segnati due terzi dei ’goal’. Ma all’Unione Europea serve un cambio di passo

Il nuovo report Sdsn evidenzia ritardi e grandi diversità fra i Paesi del continente. Gli Stati nordici più avanti dei tutti gli altri, l’Italia si piazza al ventunesimo posto.

Di corsa verso il traguardo. Segnati due terzi dei ’goal’. Ma all’Unione Europea serve un cambio di passo

Di corsa verso il traguardo. Segnati due terzi dei ’goal’. Ma all’Unione Europea serve un cambio di passo

L’Unione europea vuole continuare a correre, ma raggiungere in tempo i target dell’Agenda 2030 è un traguardo sempre più difficile da raggiungere. E non solo per colpa della pandemia, della guerra in Ucraina e, più recentemente, della crisi in Medio Oriente, comunque fattori di rallentamento. È questa la fotografia che ci consegna l’ultimo report sull’avanzamento dei progetti. Parliamo del Sustainable development solutions network (Sdsn), che offre una panoramica sul percorso verso la realizzazione dell’Agenda 2030 compiuto da 38 Paesi: Stati dell’Ue, aspiranti membri (escluse Ucraina e Moldavia), Regno unito e Stati dello European free trade association. La quinta edizione del Rapporto sullo sviluppo sostenibile nel nostro continente è stata pubblicata a marzo e fornisce un quadro aggiornato delle performance finora ottenute dai Paesi. Le notizie non sono del tutto rassicuranti: un terzo degli obiettivi di sostenibilità non sarà probabilmente raggiunto entro il 2030, con significative differenze tra le nazioni europee. Da qui, l’aggiunta di dieci azioni prioritarie per fondare un nuovo Patto Europeo per il Futuro, in vista delle imminenti elezioni europee e della successiva agenda globale per lo Sviluppo sostenibile, che traguarderà il 2030.

Ma partiamo dalle buone notizie. Il punteggio medio dell’indice Sdg dei paesi dell’Unione europea nel 2023 è stato del 72%.

In termini di target raggiunti o di percorso da raggiungere, si stima che l’Ue abbia raggiunto (o stia per farlo) poco più di due terzi degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ma la media nasconde delle grosse disparità fra i Paesi del vecchio continente. Il punteggio medio dell’indice Sdg varia infatti da oltre l’80% toccato da alcune nazioni del Nord Europa a circa il 60% in alcuni paesi dell’Europa orientale e arriva al 50% in alcuni Paesi candidati.

Anche la progressione ha subito un forte rallentamento, e non solo per cause esterne: anche prima della pandemia, infatti, i progressi nell’Unione europea erano troppo lenti per raggiungere tutti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030.

Tuttavia, i progressi sull’Indice Sdg sono stati tre volte più rapidi nel periodo 2015-2019 (0,73 punti all’anno) rispetto al periodo 2019-2022 (0,24 punti all’anno). Dal 2020, inoltre, i progressi globali verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile si sono arrestati a causa di molteplici crisi, con alcune delle regioni più povere e vulnerabili del mondo che hanno mostrato preoccupanti inversioni di marcia. Questo, però, è il passato. E, pur consapevoli delle difficoltà, gli Stati membri devono guardare al futuro. L’opportunità è rappresentata dalle Elezioni europee del giugno prossimo: sarà eletto il nuovo Parlamento europeo e tracciata la via per la formazione della prossima Commissione europea, l’uno e l’altra con un mandato fino al 2029. Il ruolo dell’Unione dovrà essere ridefinito, come ha ammonito di recente anche l’ex presidente Ue ed ex premier italiano Mario Draghi, incaricato di stilare un report sul futuro dell’istituzione: "Proporrò cambiamenti radicali, dobbiamo agire uniti come mai abbiamo fatto in passato". Fondamentale sarà, per i novo governanti, l’impostazione del prossimo bilancio settennale dell’Unione (2028- 2035) e, appunto, la prossima Agenda globale per lo Sviluppo sostenibile, che aggiornerà gli obiettivi oltre il 2030.

E l’Italia a che punto è? Guardando al punteggio dell’indice Sdg totale, l’Italia si trova al 21° posto con il 69,9%. Se si tiene conto che il punteggio medio dei paesi dell’UE nel 2023 è del 72%, emerge che il nostro Paese rientra tra quelli che devono lavorare ancora molto per contribuire al completamento degli obiettivi dell’Agenda.

Al primo posto si trova la Finlandia, seguita da Svezia e Danimarca, tutte con punteggi vicini o superiori a 80 (su 100). La Finlandia è anche in cima all’indice globale degli obiettivi di sviluppo sostenibile del 2023 ed è, secondo il World Happiness Report 2023, insomma il Paese più felice del mondo.

Dal report risulta poi che in Italia nessun obiettivo è stato raggiunto e le sfide maggiori restano per il ’goal 2’ (sconfiggere la fame), ’goal 13’ (lotta contro il cambiamento climatico), ’goal 14’ (difesa dell’ambiente marino) e goal 15 (difesa dell’ambiente terrestre). Sono a buon punto invece il goal 3 (salute e benessere per tutti) e il goal 7 (energia pulita e accessibile per tutti).

Marco Principini