Sono quantificabili in 157 litri - al giorno e per abitante - gli sprechi d'acqua in Italia e, per comprendere meglio questi numeri, basti pensare che il volume disperso nel 2020 (3,4 miliardi di metri cubi) avrebbe potuto soddisfare le esigenze di oltre 43 milioni di persone per un intero anno: è quanto afferma l'Istat in occasione della Giornata Mondiale dell'acqua, ricorsa lo scorso 22 marzo. La distribuzione dell'acqua, calcolata come differenza tra i volumi immessi in rete e quelli erogati, è caratterizzata da incredibili perdite: il 42,2% di quella immessa in rete e il 37,2% di quella prelevata dalle fonti di approvvigionamento. Proprio a causa di queste dispersioni, agli utenti finalisono erogati complessivamente 4,7 miliardi di metri cubi per usi autorizzati (215 litri per abitante al giorno): complessivamente, il volume erogato è stato il 51% del volume prelevato. Quello per uso potabile, invece, si riduce all'ingresso del sistema di distribuzione per le dispersioni nella rete di adduzione. Tracciando una 'mappa degli sprechi', troviamo ben nove regioni le cui perdite idriche totali in distribuzione sono superiori al 45%, con Basilicata (62,1%), Abruzzo (59,8%), Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%) in testa. Al contrario, tutte le regioni del Nord hanno un livello di perdite inferiore a quello nazionale, ad eccezione del Veneto (43,2%). Il Friuli (42%) è invece in linea.
SostenibilitàCirca 3,4 miliardi di metri cubi dispersi nel 2020: lo studio Istat