Con il sostegno di:

Tumori infantili, cure efficaci con dosi inferiori di raggi

L'impegno dei ricercatori di Fondazione AIRC. Sarcoma osseo: fermare le metastasi

14/02/2022

Bambini colpiti dal cancro, parola d’ordine: terapie personalizzate tollerabili. AIRC ha investito quest’anno 8,5 milioni di euro in 78 progetti di ricerca di oncologia pediatrica. Questi i numeri della Fondazione per la ricerca sul cancro, diffusi in occasione della Giornata mondiale contro i tumori infantili, che si celebra martedì 15 febbraio.

 

Radioterapia

«I tumori dei bambini – spiega Maura Massimino, che dirige la Divisione di oncologia pediatrica dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano – si comportano diversamente da quelli degli adulti e di questo dobbiamo tenere conto». A questo mira il filone di ricerca che persegue l’obiettivo di ottenere stessi effetti con dosi inferiori di raggi, studi portati avanti da Francesco Marampon, medico e ricercatore dell’Università di Roma, La Sapienza, che grazie al sostegno Airc, sta conducendo una ricerca su potenziali farmaci radiosensibilizzanti, ovvero in grado di agire selettivamente sulle cellule tumorali e di renderle più vulnerabili alle radiazioni. «Una delle scommesse – spiega – è riuscire a modulare la somministrazione delle radiazioni in modo da attivare anche la risposta del sistema immunitario contro i tumori nei confronti dei quali normalmente le nostre difese non reagiscono».

 

Leggi anche:

 

Sarcoma

Dei sarcomi delle ossa, altro capitolo cruciale dell’oncologia pediatrica, si occupa il laboratorio di oncologia sperimentale dell’ Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, diretto da Katia Scotlandi, che guida un progetto quinquennale sostenuto da Fondazione Airc. La ricerca nello specifico si focalizza sullo studio delle caratteristiche dinamiche che portano le cellule di sarcoma di Ewing a sopravvivere e colonizzare organi distanti (metastasi). “Nei tumori solidi dei bambini c’è una componente genetica, i meccanismi che caratterizzano queste malattie sono spesso assai più complessi rispetto alle mutazioni che hanno permesso di ottenere le terapie a bersaglio molecolare usate in alcuni tumori comuni negli adulti”, sottolinea Scotlandi. “Occorre imparare a conoscere meglio le interazioni tra cellule tumorali e microambiente”.

 

Leggi anche: