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I costi della dialisi: consuma 1,75 milioni di metri cubi d’acqua

Malattie di rene, costi alle stelle: in nefrologia si producono tonnellate di rifiuti sanitari. Allo studio sistemi ecologici per ridurre l'impatto ambientale

26/04/2024

La malattia renale cronica (MRC) è un problema di salute pubblica di cui si parla poco, eppure incide per oltre il 2,5% sull’intero finanziamento destinato alla sanità in Italia. A parlare dei costi ormai insostenibili legati alla terapia dialitica, e alle complicanze delle cronicità (fino all’insufficienza renale e all’indicazione al trapianto di rene) è Stefano Bianchi, presidente della Società Italiana di Nefrologia (SIN). Questa patologia colpisca un numero rilevante di persone, arrivando a interessare il 10-15% della popolazione.

 

“Ai costi economici si sommano i danni ambientali, alludo agli enormi consumi d’acqua, di energia, e alla mole di rifiuti che si genera”, ha spiegato il presidente Bianchi durante un colloquio coi giornalisti dell’ Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione, incontro moderato da Nicola Miglino, presidente Unamsi. I trattamenti dialitici eseguiti ogni anno in Italia producono 5.600 tonnellate di rifiuti sanitari solidi, 2.100 tonnellate di rifiuti inerti o inquinanti (principalmente plastica) e 1.263 milioni di litri di deiezioni liquide da trattare prima dell’immissione nella rete fognaria.

 

Sempre secondo i dati, per effettuare la dialisi nei pazienti affetti da forme severe in Italia si registra un consumo d’acqua pari a 1,75 milioni di metri cubi, e un consumo di energia pari a 83,7 milioni di chilovattore. Sono numeri impressionanti, che impongono l’adozione di misure serie per contrastare l’incidenza della malattia renale cronica, anche al fine di contenere i costi diretti e indiretti.

 

Impatto ambientale

Le ripercussioni ormai insostenibili a livello planetario, ha sottolineato Bianchi, sono state oggetto di riflessione al congresso mondiale di nefrologia che si è svolto a Buenos Aires. Qui è emersa la necessità di sviluppare programmi di dialisi peritoneale, meno costosa dell’emodialisi, insieme alla terapia nutrizionale (che è sempre una priorità in nefrologia). Da qui la necessità di investire in soluzioni che possano garantire un trattamento efficace riducendo al contempo l’impatto ambientale e i costi. La ricerca e l’innovazione possono giocare un ruolo cruciale in questo senso, contribuendo a rendere più sostenibili i trattamenti nei reparti nefrologia e dialisi.

 

Come funziona

L’emodialisi è un trattamento che prevede l’utilizzo di macchine sofisticate e componenti usa e getta per depurare i liquidi corporei, rimuovere le scorie e l’acqua in eccesso. Durante questa procedura, il sangue del paziente viene prelevato attraverso un catetere, filtrato in un apparecchio dialitico e infine riportato nel torrente circolatorio. La dialisi peritoneale domiciliare prevede invece l’infusione di un liquido nel peritoneo ovvero nella tasca di rivestimento dei visceri, nella cavità addominale. Questo speciale fluido dialitico assorbe le tossine e i liquidi in eccesso attraverso la parete del peritoneo, e viene successivamente drenato.

 

Metodologie

La differenza principale tra la dialisi ematica e la dialisi peritoneale domiciliare è dunque il metodo utilizzato per filtrare il sangue e rimuovere le scorie. La dialisi peritoneale è generalmente considerata più facile da eseguire a casa rispetto alla dialisi ematica. Questo processo può essere eseguito da soli o con l’aiuto di un caregiver, e richiede meno attrezzature e monitoraggio rispetto all’emodialisi. Tuttavia, è sempre necessario che siano i medici specialisti a determinare quale tipo di trattamento sia più adatto alle esigenze e alle condizioni di salute della persona in esame. Entrambi i tipi di dialisi possono essere eseguiti con successo a casa, con la dovuta supervisione.

 

Sintomatologia

I segni e sintomi iniziali di una malattia renale possono includere:

  • Ritenzione di liquidi e gonfiore alle caviglie, gambe o viso
  • Minzione frequente, dolore o bruciore durante la minzione
  • Cambiamenti nel colore o nella quantità delle urine
  • Affaticamento e debolezza generale
  • Pressione alta
  • Perdita di appetito e nausea
  • Prurito persistente
  • Dolore alla schiena, ai fianchi o all’addome

 

Parole chiave

Le principali malattie renali che possono portare alla dialisi, all’insufficienza renale acuta o al trapianto di rene includono:

 

  • Glomerulonefrite
  • Malattia renale cronica
  • Nefropatia diabetica
  • Nefropatia ipertensiva
  • Calcolosi renale

 

È importante consultare un medico se si manifestano uno o più di questi sintomi. Trattare tempestivamente le malattie renali può aiutare a prevenire complicanze gravi.

 

Ecosistema

La Società Italiana di Nefrologia, ha ribadito il presidente Bianchi, si impegna a promuovere in Italia l’adozione di attrezzature avanzate per il risparmio di risorse preziose durante le sedute di dialisi. Questo impegno include l’uso di strumenti che interrompono automaticamente l’erogazione di acqua quando il trattamento si interrompe, così come l’utilizzo di tecnologie per il risparmio energetico e la riduzione dell’uso di materiali plastici. In questo senso l’Italia sta facendo progressi significativi verso l’adozione di pratiche sostenibili in nefrologia, con l’obiettivo di creare un ambiente più verde e sostenibile per i pazienti in dialisi. Questo approccio è stato definito Green Nephrology o Eco-Dialysis ed è destinato a diventare uno standard internazionale. In alcune aziende sanitarie italiane sono già in atto sistemi intelligenti per limitare il consumo di energia, acqua e plastica.

 

Industria biomedicale

Nel distretto biomedicale di Mirandola, provincia di Modena, polo di eccellenza nella produzione di strumenti e dispositivi monouso per la dialisi, si stanno sperimentando soluzioni all’avanguardia. Le imprese del settore, dai colossi tipo Fresenius, Baxter, Braun, Bellco-Medtronic fino all’ultima start-up, fanno a gara per sperimentare composti naturali, alternativi alla plastica, in grado di coniugare prestazioni elevate e impatto ambientale ridotto. L’obiettivo è quello di affermarsi in un ottica di riciclo, riuso e riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. Grazie alla ricerca, finanziata anche dalla Regione Emilia-Romagna, si prospetta un grande futuro per la Green Nephrology. L’Italia si sta dimostrando leader nel campo della dialisi ecologica applicata, e promuove il riuso responsabile delle risorse del pianeta.