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Quando il gioco diventa una dipendenza

La ludopatia è una malattia che va curata con supporti psicologici e terapeutici adeguati e con un approccio personalizzato

18/06/2023 - di Roberto Baldi

Il gioco è il modo, ahimè, più veloce per rovinare una società. Lo confermano i numeri, come quelli elaborati dai recenti studi e dati statistici del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) sulla lodopatia. Questi i numeri: l’Italia stampa un quinto dei gratta e vinci di tutto il mondo e ha il record di apparati elettronici da gioco, circa 416mila, più 50mila video lottery. A ciò si aggiunge il complesso mondo delle scommesse e dei giochi d’azzardo illegali. 30 milioni di italiani giocano d’azzardo. Il 54 per cento dei connazionali ha giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi, alla ricerca di vincite in denaro. Sono dati che configurano una vera e propria patologia sociale, oltre che una delle maggiori “industrie” nostrane. A differenza del giocatore occasionale che si prefigge un budget limitato al di là del quale non si deve andare, quello compulsivo continua a giocare per cercare di recuperare il denaro perso.

 

Spesso la volontà non basta: può aiutare nel breve periodo ma, alla lunga, la ricaduta è dietro l’angolo. I danni alla salute causati da questa dipendenza sono meno evidenti rispetto a quelli di droghe, alcol e fumo, ma quando giocare diventa la cosa più importante, anche più della famiglia, del lavoro e dei soldi risparmiati, significa che si è superato il confine tra divertimento e dipendenza, tra abitudine occasionale e malattia. Le cure per le vittime del gioco d’azzardo sono state inserite nei livelli essenziali di assistenza nel 2012, ma il dibattito sulla necessità di aumentare i divieti ed eliminare totalmente la pubblicità è ancora molto vivo. Come si sviluppa un criterio di cura? Inizialmente può esserci il rapporto individuale o a gruppi con lo psicologo. Importante è non dimenticare che il gioco è una forma d’intrattenimento e non un modo per fare soldi.

 

Quando la situazione di partenza è già molto grave, è necessario iniziare la cura presso comunità terapeutiche. La terapia è tanto lunga quanto è più bassa la motivazione iniziale e quanto è più alta la dipendenza da gioco d’azzardo. Esistono anche cure farmacologiche, ma non sono risolutive. Importanti prima ancora dei criteri curativi sono al solito quelli preventivi che si rifanno a precisi fattori di rischio quali: la presenza di altre patologie o disturbi psichiatrici come ansia, depressione, disturbi di personalità, disturbo bipolare, insoddisfazione, solitudine e ritiro sociale. Altri problemi favorente la ludopatia sono la familiarità per gioco d’azzardo patologico; l’esposizione a un’elevata offerta di possibilità di gioco, specie se associata a messaggi fuorvianti; ridotta consapevolezza della dinamica e delle basi dei giochi d’azzardo. Condizioni tutte che richiedono l’assistenza di persone competenti, se non proprio il ricorso all’amministratore di sostegno secondo il dettato art.404 codice civile.