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Allergia agli acari: ecco dove si nascondono

Lofarma Academy: farine e polveri alimentano questi minuscoli artropodi. Riniti allergiche e arrossamenti cutanei

28/09/2023
acari della polvere dove si nascondono

Con la fine dell’estate inizia un periodo difficile per le persone allergiche agli acari della polvere. La casa resta l’ambiente ideale per la sopravvivenza di questi microscopici coinquilini, in autunno si fanno già sentire.  L’accensione degli impianti di riscaldamento, d’inverno, con quella combinazione di calore e umidità, li fa proliferare ulteriormente. Da considerare pure gli escrementi degli acari, anch’essi responsabili dell’allergia: possono diffondersi nell’aria e vengono inalati.

 

Sintomatologia

Le reazioni allergiche dovute agli acari si  verificano con maggiore frequenza durante comuni lavori domestici quali il cambio di lenzuola e coperte, la pulizia di scaffali dove si è depositata tanta polvere, il contatto con cuscini e peluche: qui gli acari trovano il loro ambiente ideale. Come conseguenza, i soggetti sensibilizzati manifestano i sintomi tipici dell’allergia quali tosse, raffreddore, bruciore agli occhi e rinite. Per questo motivo, le persone che soffrono di allergia agli acari della polvere dovrebbero cercare di contenere ed eliminare questi ragnetti lillipuziani, più piccoli di un granello di sabbia, praticamente invisibili a occhio nudo. Gli acari della polvere più diffusi e quindi maggiormente studiati comprendono le specie Dermatophagoides pteronyssinus (DP) e Dermatophagoides farinae (DF).

 

Umidità e temperatura

Presso il laboratorio per l’allestimento di colture di acari di Lofarma a Milano, spiega Lorenzo Romagnoli, biotecnologo ambientale, è stato effettuato un test su un substrato della specie DP, in condizioni controllate, ottimali per la loro crescita (temperatura di 23 °C, umidità 80% RH). Il test consiste nell’osservare il comportamento degli acari al di fuori di questo ambiente controllato in condizioni relativamente meno favorevoli, rispettivamente temperatura di 22-24°C e umidità del 49-53%, misurate con due dispositivi (datalogger) per 24 ore.

 

acari della polvere allergia allergie

Dust Mite under the light microscope

 

Il substrato (50 grammi) è stato suddiviso in due fiasche e posto alle condizioni meno favorevoli per circa due mesi di tempo. Osservazioni periodiche, effettuate in media 3 volte a settimana da parte di personale di laboratorio qualificato, non hanno evidenziato bruschi cali della vitalità degli acari: questi minuscoli artropodi apparivano numerosi e mobili anche dopo settimane, in modo del tutto paragonabile agli acari allevati in teca in condizioni ottimali. Occorre comunque considerare che gli acari erano immersi in un substrato nutritivo che potrebbe aver prodotto un effetto protettivo, la sensibilità del test potrebbe variare a seconda dell’operatore.

 

Contromisure

“Questo test – commenta Franco Frati, immunologo pediatra, direttore di Lofarma Academy – potrebbe corroborare l’ipotesi che gli acari della specie DP possano resistere per tempi prolungati a condizioni di umidità anche lontane dal loro optimum, e che pertanto misure di prevenzione troppo blande o generiche (ad esempio arieggiare la camera da letto per pochi minuti) potrebbero essere insufficienti per prevenire la proliferazione degli acari e la diffusione degli allergeni”.

 

Tali evidenze sottolineano quindi l’importanza di adottare metodi di prevenzione specifici e trattamenti più incisivi, soprattutto per i soggetti allergici agli acari, ma anche per i soggetti sani, in cui l’esposizione ripetuta agli acari potrebbe determinarne una sensibilizzazione agli allergeni, fattore di rischio per lo sviluppo di rinite allergica e asma.