Sabato 27 Aprile 2024

Renzi, lettera a Conte: "Parliamo di cose serie. Ministri Iv sono pronti a dimettersi"

Il leader di Italia Viva ha pubblicato su Facebook una lunga missiva al premier. Stasera alle 19 l'incontro

Matteo Renzi, sullo schermo Giuseppe Conte (Imagoeconomica)

Matteo Renzi, sullo schermo Giuseppe Conte (Imagoeconomica)

Roma, 17 dicembre 2020 - In attesa dell'incontro tra Giuseppe Conte e la delegazione di Italia viva, previsto per le 19 (orario slittato per il volo in Libia del premier per la liberazione dei pescatori sequestrati, ndr), Matteo Renzi ha pubblicato su Facebook una lunga lettera indirizzata al presidente del Consiglio. Il leader di Iv nel post elenca i temi critici che la delegazione porrà al premier, e li mette nero su bianco su Fb "per trasparenza totale". Quindi "incollo qui la lettera che ho inviato ieri al Presidente del Consiglio. Molto lunga, lo so. Ma almeno si capisce che parliamo di cose serie, non di rimpasti. Buona giornata".

Renzi nella lunga missiva elenca i punti programmatici su cui il suo partito vorrebbe essere ascoltato, criticando l'organizzazione di task force con poteri sostitutivi al governo, la richiesta al cdm di approvare un documento all'ultimo momento, invitando il premier a maggiori investimenti per la Sanità e non al rifiuto "ideologico del MES", che a Renzi "appare ogni giorno più incomprensibile". Questi alcuni dei punti prioritari indicati nel post in cui Renzi respinge le accuse di "voler poltrone", e assicurando che "Teresa, Elena, Ivan sono pronti a dimettersi domani". Piuttosto Renzi vede il piano per il Recovery come un collage di buone intenzioni senz'anima. Inoltre il leader di Iv si chiede che fine abbia fatto la cosidetta 'ricetta Colao', con le 100 proposte per disegnare l'Italia dei prossimin due anni, e il "nostro Piano Shock" infrastrutturale "approvato solo a parole". Per ultimo, ma per importanza, il tema dell'intelligence, con la richiesta di Renzi a Conte di rinunciare alla delega e di passare il dossier a un sottosegretario ad hoc. "Ti abbiamo detto, caro Presidente, che abbiamo fatto un Governo per evitare i pieni poteri a Salvini. Non li affideremo a altri. L'insistenza con cui non ti apri a un confronto di maggioranza sul ruolo dell'Autorità Delegata è inspiegabile. L'intelligence appartiene a tutti. Io mi sono avvalso della collaborazione istituzionale di Minniti, Monti ha lavorato con De Gennaro, Berlusconi con Letta: tu non puoi lavorare con te stesso anche in questo settore". 

Infine il congedo cordiale, con "un caro saluto", che dopo la lunga lettera di critiche ha un po' dal sapore dell'ormai famoso "stai sereno" twittato a Enrico Letta. "Ci hai sempre chiesto di essere trasparenti e di dire le cose alla luce del sole. Come vedi lo facciamo animati solo da un desiderio: che l'Italia torni a correre".

Incomprensibile no al MES

"Come pè possibile mettere solo nove miliardi sulla sanita'? Dopo una pandemia e con risorse eccezionali mettiamo solo nove miliardi in cinque anni? E come possiamo dire 'no' al Mes che ha meno condizionalità del Recovery Fund? Qual è la ragione del nostro rifiuto? I nostri parlamentari hanno proposto una precisa allocazione dei 36 miliardi del Mes. Come si può dire no agli investimenti sulla sanità, caro presidente? Se siamo in emergenza e abbiamo il maggior numero di morti in Europa forse dobbiamo investire di più in sanità, non credi? Questo rifiuto ideologico del Mes mi appare ogni giorno piùincomprensibile", cosi Renzi nella resa nota su Facebook.

Recovery fund, piano senz'anima

"Nel piano che hai inviato alle ministre alle due di notte, senza averlo condiviso, c'è un collage di buone proposte senza un'anima, senza una visione, senza un'idea di come vogliamo essere tra vent'anni", scrive il leader di Iv, "Il Next Generation UE non è un cesto di risorse gratis al quale tutti possiamo attingere a piene mani, con criteri di distribuzione parcellizzati. Le risorse sono vincolate in numerose dimensioni: la destinazione, la tempistica, i risultati, le riforme di sistema che si accompagnano alla spesa. Non è un fondo di 209 miliardi, perché i trasferimenti a fondo perduto sono circa 82 miliardi. Il resto sono prestiti, e quindi equivalgono a risorse a debito. Seppur con due differenze: costeranno meno del nostro debito tradizionale e il rapporto con gli investitori privati è mediato dal bilancio comunitario".

Italia Viva non vuole poltrone

Renzi esclude che 'quelli di Italia Viva' vogliano le poltrone, respingendo quel messaggio che arriva da Palazzo come il populismo applicato alla comunicazione, una grande bugia. "Noi ti abbiamo detto in Parlamento che quando un Paese può spendere 209 miliardi di euro non si organizzano task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al Governo. Non si scambia una sessione del Parlamento con una diretta Facebook. Non si chiede al Consiglio dei Ministri di approvare un documento condiviso all`ultimo momento. Perché questi duecento miliardi di euro sono l'ultima chance che abbiamo. Come nota acutamente Mario Draghi: 'Il problema è peggiore di quello che appare e le autorità devono agire urgentemente'". Ed evidenzia quelle che ritiene essere le criticità del piano: "Che senso ha spendere 88 dei 127 miliardi dei prestiti europei solo per finanziare progetti che già esistevano? Abbiamo una visione o abbiamo solo svuotato i cassetti dei ministeri con le vecchie proposte?".

Ministri Iv pronti a dimettersi

"Noi, Presidente, vogliamo dare una mano sui contenuti. Perchè in discussione sono le idee, non gli incarichi di governo. Teresa, Elena, Ivan - che hanno lavorato bene su agricoltura, famiglie e politiche di genere, export - sono pronti a dimettersi domani, se serve. Noi infatti non concepiamo la politica come occupazione di posti. Non tiriamo a campare, vogliamo cambiare. Non ci basta uno strapuntino, vogliamo la politica", scrive Renzi in sintesi del suo lungo messaggio al governo.