Venerdì 3 Maggio 2024

Pd, Orlando contro Renzi: "Ritiri le dimissioni o lasci lavorare Martina"

La riunione dei fedelissimi dell'ex premier non è piaciuta nemmeno a Cuperlo. Il reggente: "Basta polemiche sbagliate, serve collegialità" La tentazione di Renzi - di E. M. COLOMBO

Tensioni in casa Pd: Orlando, Renzi e Cuperlo

Tensioni in casa Pd: Orlando, Renzi e Cuperlo

Roma, 6 aprile 2018 - Mentre dopo il primo, interlocutorio giro di consultazioni le forze in campo s'interrogano sul da farsi in attesa di un nuovo appuntamento al Colle - e si registra un sensibile riavvicinamento ai grillini da parte del forzista Giovanni Toti, consigliere di Berlusconi - sul fronte Pd nulla si muove, come proposta di Governo: solo si assiste a un intensificarsi delle solite frizioni interne ai dem, soprattutto dopo la riunione di ieri, in un ufficio della famiglia Marcucci, tra Matteo Renzi e alcuni esponenti del Pd senza il segretario Maurizio Martina. Da ambienti renziani filtra che il leader avrebbe chiesto di "abbassare i toni". 

Da parte sua, il reggente del partito chiede "di fermare discussioni e polemiche sbagliate e di rimanere concentrati sul nostro lavoro". E aggiunge: "Continuo a pensare che al Pd non servano conte interne e penso che l'Assemblea debba essere il momento della consapevolezza e del rilancio". Martina chiede "unità" e offre "collegialità" perché "abbiamo bisogno di questo e non di dividerci". 

In precedenza, aveva ribadito che il "confronto con i grillini è impossibile", innescando la replica a distanza il capogruppo a 5 stelle Toninelli, che ha lanciato un appello ai dem: "Non strumentalizzate e sediamoci a un tavolo". Intanto La7 fa un sondaggio sul leader democratico che piace di più agli elettori: sul podio Martina, Cuperlo e RIchetti, mentre Renzi solo sesto.

ORLANDO - Il ministro della Giustizia uscente, Andrea Orlando, punta apertamente l'indice contro l'ex premier ed ex segretario del partito Matteo Renzi: "Renzi deve decidere: se ritiene che la colpa della sconfitta non sia sua, ma mia o dei cambiamenti climatici ritiri le dimissioni - dice al termine del Consiglio dei ministri - Se invece si assume una quota significativa di responsabilità, la cui conseguenza sono le dimissioni, deve consentire a chi ha avuto l'incarico pro tempore di esercitarlo, altrimenti non riparte l'iniziativa e la ripresa dei rapporti del Pd con la società". Orlando poi commenta la riunione di Renzi con i suoi di ieri a Roma: "Bisogna fare chiarezza e l'episodio di ieri credo non contribuisca ad andare in questa direzione".

CUPERLO - Anche a Gianni Cuperlo non è piaciuta affatto la riunione dei renziani di ieri: "Non sono stupito, ma preoccupato - dice stamattina a Omnibus su La7 - Non sono stupito perché, che esistono correnti e componenti nel Pd, è un dato oggettivo. Che esista una corrente renziana è altrettanto evidente alla luce della stagione che abbiamo alle spalle e d'altra parte bastavano le Leopolde per darne misura e consistenza. Ma alla luce della riunione che si è svolta ieri, e lo dico con profondo rispetto nei confronti dell'ex segretario del mio partito di cui ho apprezzato l'atto di responsabilità e la presa d'atto della sconfitta con le dimissioni conseguenti, se Renzi ha cambiato idea e pensa di dover svolgere e assolvere un ruolo e una funzione politica di direzione in questa comunità anche dopo il 4 marzo, ha una via primaria: ritirare le dimissioni, presentarsi all'assemblea del 21 aprile e chiedere a quell'assemblea che si rinnovi la fiducia nella sua persona e nella sua leadership".

SONDAGGIO SUL LEADER - Secondo un sondaggio condotto da Index Research per Piazzapulita su La7 la classifica del leader Pd più votato vede in testa Maurizio Martina (17), Gianni Cuperlo (14), Matteo Richetti (12). Seguono Graziano Delrio pari merito con Dario Franceschini (8) e Andrea Orlando, Matteo Renzi e Walter Veltroni pari merito con 7 punti di preferenza. Infine Nicola Zingaretti (6) e, da ultimo, Carlo Calenda (3). Non rispondono in 11.