Domenica 5 Maggio 2024

Consultazioni Quirinale, Mattarella: "Nessuna maggioranza". Cosa hanno detto i leader

Di Maio: "Contratto con Pd o Lega. Non riconosciamo coalizione di centrodestra". Salvini apre ai 5 Stelle ma "dentro un governo di centrodestra". Berlusconi contro i grillini, i dem si sfilano. Il Capo dello Stato: nuovi colloqui la prossima settimana IL PUNTO / Secondo giro al Colle - di P. DE ROBERTIS Consultazioni, Salvini: "Incarico esplorativo a me? Non ci sono i numeri" Governo italiano, le consultazioni: calendario e scenari. La guida completa - di E.M.COLOMBO

M5s al Colle, Di Maio con i capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli (Dire)

M5s al Colle, Di Maio con i capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli (Dire)

Roma, 5 aprile 2018 - "Non è ancora emersa la condizione per creare una coalizione di governo". E' quanto ha dichiarato in sostanza Sergio Mattarella al termine del primo giro di consultazioni al Quirinale. Il presidente della Repubblica rinvia tutto alla prossima settimana, quando - a seguito di una nuova mandata di colloqui - si potrà verificare se ci sono stati nei cambiamenti nelle posizioni delle varie forze politiche. 

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LE POSIZIONI  IN CAMPO - Solo "Lega o Pd sono i nostri interlocutori" per la formazione del governo. Lo ha ribadito Luigi Di Maio, sintetizzando il contenuto del colloquio con il Capo dello Stato. Il leader dei 5 Stelle è salito al Colle con i capigruppo di Camera e Senato Giulia Grillo e Danilo Toninelli e con il capo comunicazione  Rocco Casalino. Di Maio torna a proporre un "contratto su modello tedesco", sulla base del quale realizzare un'alleanza programmatica."Il fatto di non essere né di destra né di sinistra ci dà un vantaggio - ha spiegato - possiamo interloquire sulle cose da fare. Dall'analisi dei temi emerge che ci sono due soluzioni alternative per il contratto di governo che proponiamo: o la Lega o il Pd". E Berlusconi? "Non riconosciamo una coalizione di centrodestra, perché non solo si sono presentati alle elezioni con tre candidati premier ma perché si sono preparati alle consultazioni separati. E una di queste forze non riconosce il M5s, perciò ci rivolgiamo alla Lega". In mattinata Matteo Salvini aveva aperto a un esecutivo con il Movimento anche se "di centrodestra", mentre Silvio Berlusconi non si era reso altrettanto disponibile, sfidando piuttosto i grillini senza indicarli direttamente ("No a populisimi e pauperismi"). Da parte sua, il Pd si sfila dalla partita, mentre Renzi convoca un riunione dei fedelissimi. 

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La cronaca della giornata

INIZIA IL PD - La delegazione del Partito democratico è la prima a salire al Colle. Maurizio Martina, Matteo Orfini, e i capigruppo del Pd alla Camera e al Senato (rispettivamente, Graziano Delrio e Andrea Marcucci) sono entrati a piedi al Quirinale e hanno poi incontrato il capo dello Stato.

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"L'esito elettorale per noi negativo non ci consente di formulare ipotesi di governo che ci riguardino", ha detto Martina al termine del colloquio con Mattarella. Chi ha vinto le elezioni "si faccia carico della responsabilità" di governare. "Noi - ha aggiunto - avvertiamo come certi atteggiamenti siano più figli di un secondo tempo della campagna elettorale che di una responsabilità nuova. Il tempo della campagna elettorale è finito e queste forze farebbero bene a tornare con i piedi per terra anche rispetto a soluzioni" di governo. "Noi siamo in campo da protagonisti per rafforzare in coerenza con il lavoro fatto dal governo tutti gli interventi di sostegno sociale. Sui quattro snodi di interesse generale il Pd eserciterà fino in fondo la sua funzione nel suo ruolo di opposizione - ha aggiunto il segretario reggente del Pd -. I 4 punti: taglio del costo del lavoro e reddito di inclusione; controllo della finanza pubblica; gestione del fenomeno migratorio; rafforzamento del quadro internazionale". A fine giornata Matteo Renzi ha convocato una riunione tra i fedelissimi e i capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Presenti il presidente del partito Matteo Orfini, il ministro dello Sport Luca Lotti, il tesoriere Francesco Bonifazi e Maria Elena Boschi.

ECCO FORZA ITALIA - Alle 11 è arrivata al Quirinale anche la delegazione di Forza Italia. Assieme ai capigruppo di Camera e Senato Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, il leader del partito ed ex premier Silvio Berlusconi.  "Abbiamo rappresentato al capo dello Stato l'urgenza di affrontare i problemi degli italiani. Serve un governo con un programma coerente e in grado di lavorare per un arco temporale adeguato. Non può che partire dalla coalizione che ha vinto le elezioni, il centrodestra, con il leader Matteo Salvini", ha detto Berlusconi al termine dell'incontro con Mattarella. "Siamo disponibili a partecipare a soluzioni serie basate su accordi chiari e su cose concrete e fattibili, credibili in sede europea", ha continuato l'ex premier, ma "non siamo disponibili a un governo fatto di pauperismi e giustizialismi e populismi e odio che innescherebbe una spirale recessiva e di tasse elevate con fallimenti a catena anche nel settore bancario".

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LA LEGA DI SALVINI - "Faremo di tutto per dare un governo che duri 5 anni ovviamente partendo dal centrodestra coinvolgendo il M5s, senza altre soluzioni temporanee e improvvisate, vediamo se si riesce a trovare una quadra", è la dichiarazione di Salvini al termine del giro di consultazioni. "Abbiamo ricordato a Mattarella che più che posti e ruoli ci interessano i programmi su temi come la riforma delle pensioni, il lavoro e la riforma fiscale", ha specificato il leghista. "Continuerò a incontrare tutti e ad ascoltare tutti, la settimana prossima anche formalmente", ha aggiunto Salvini. In serata, a consultazioni terminate, affondo del vice segretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, a Matrix su Radio 105: "Oggi Berlusconi ha messo un punto fermo rispetto al fatto che il M5s non deve andare al governo. Hanno preso il 32%, è difficile tenerli fuori in una fase come questa. Secondo me tatticamente Berlusconi ha sbagliato, ha alzato la palla a Di Maio che l'ha semplicemente schiacciata. Di Maio ha avuto gioco facile oggi pomeriggio, ed è finito il cinema"

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Governo italiano, le consultazioni: calendario e scenari. La guida completa - di E.M.COLOMBO

M5S: O CON LEGA O CON PD - Il discorso di Di Maio parte da una premessa: "Ho sempre detto in campagna elettorale e ho ripetuto al presidente della Repubblica che con noi al governo l'Italia rimarrà alleata dell'Occidente, nel patto atlantico, nell'Unione europea e nell'unione monetaria". Venendo poi alla questione spinosa dell'esecutivo da formare, le strade sono due: un "contratto di governo si può sottoscrivere o con la Lega o con il Pd. Questi sono i due interlocutori, è chiaro che sono due soluzioni alternative", dice Di Maio. Quale dei due sentieri sarà percorribile lo si deciderà "dopo gli incontri" della prossima settimana con le due parti in causa. Il leader grillino ha detto chiaramente che "non riconosciamo la coalizione di centrodestra". Poi un messaggio al Pd: "Le mie aperture sono sincere, ma voglio anche precisare che rispetto a quello che ho letto in questi giorni io non ho mai voluto spaccare il Pd, mi rivolgo al Pd nella sua interezza perché al di là delle differenze di vedute non ci permetteremo mai di interferire nelle loro dinamiche interne". 

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MATTARELLA: NUOVE CONSULTAZIONI - "Nessun partito e nessuno schieramento dispone da solo dei voti necessari per formare un governo e sostenerlo ed è indispensabile quindi, secondo le regole della nostra democrazia che vi siano intese tra più parti per formare una coalizione che possa avere una maggioranza in Parlamento", tira le somme Mattarella. Finora "questa condizione non è ancora emersa". E' per questo che "nel corso della prossima settimana avvierò un nuovo ciclo di consultazioni per verificare se sia maturata la possibilità di formare un governo che oggi non è emersa". Nel frattempo saranno "giorni di riflessione", anche sulla base della "esigenza di maggior tempo che mi è stata prospettata da molte parti politiche". 

L'ANALISI A fari spenti senza maggioranze di P. F. DE ROBERTIS

DEF - Intanto, fonti di Palazzo Chigi, fanno sapere che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, starebbe valutando la possibilità di rinviare di un paio di settimane la presentazione del Documento di Economia e Finanza (Def) alle Camere, già fissato per il 10 aprile. Le stesse fonti sottolineano come, qualora si andasse verso la formazione di un nuovo esecutivo, sarebbe più logico che a presentare il Def fosse il nuovo governo. Tuttavia, se la crisi dovesse protrarsi oltre le due o tre settimane, Gentiloni presenterebbe un Def a politiche invariate. La possibilità di un rinvio limitato nel tempo sarebbe stata considerata dalla Commissione Europea anche sulla base di analoghi precedenti.