Giovedì 16 Maggio 2024

Il futuro della Ue. La vera sfida? Una Costituzione per rafforzarsi

Bisogna rimuovere i limiti a una piena integrazione L’area dell’euro deve diventare uno spazio unico

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Tenendoci lontani dalle polemiche politiche ed elettorali, ma ormai vicini al rinnovo del Parlamento europeo e poi della Commissione, occorre innanzitutto essere pienamente consapevoli che alle istituzioni europee vengono sempre più chieste azioni e iniziative che esorbitano dalle competenze loro attribuite dai trattati vigenti, ma che sono assolutamente indispensabili e urgenti nel contesto internazionale. 

Negli ultimi cinque anni di questa legislatura europea che si sta chiudendo, sono avvenuti eventi inimmaginabili di fronte ai quali l’Ue, anche superando le sue tradizionali competenze, si è attivata più del consueto: la pandemia e i colossali piani di resilienza e ripresa dello sviluppo economico e sociale, le guerre in Ucraina e nel Vicino Oriente, in un quadro internazionale complessivo pieno di nuove sfide. Tutto ciò impone alla Ue un salto di qualità dopo tanti allargamenti territoriali e dopo la Brexit, con il Regno Unito che non ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissato e che ha tassi superiori a quelli della Bce.

L’Unione europea è un colosso economico parzialmente integrato, con forti limiti di soggettività giuridico-istituzionale, che viene chiamato a pronunciarsi su tutte le tematiche mondiali del momento, anche superando i limiti dei trattati europei vigenti. Per rispondere davvero a tutti questi compiti a cui è chiamata e alle nuove sfide mondiali, la nuova legislatura dovrà innestare processi costituenti, anche con nuovi trattati, e possibilmente con una Costituzione, per conferire alla Ue le responsabilità istituzionali a cui gli eventi la chiamano sempre più. Ugualmente la Ue dovrà proseguire e accelerare il suo pluridecennale percorso di integrazione economica, superando, con iniziativa e anche fantasia giuridica, gli ostacoli laddove essi l’hanno bloccata.

Così come quando fu introdotta la libera circolazione delle merci, delle persone e dei denari nella Ue, una vera pacifica grande evoluzione di libertà dopo secoli di chiusure e di guerre, così ora, in una fase anche drammatica molto vicina alla Ue, occorre fare decisi passi in avanti per far sì che la Ue sia davvero e appieno un gigante economico e finanziario fra i principali del mondo e non sia politicamente un complesso contraddittorio di Stati sempre alla ricerca di difficili mediazioni, talvolta tardive.

Quindi occorre far compiere un salto di qualità anche nelle materie economiche, con norme e trattati che, senza appesantimenti burocratici, facciano funzionare meglio il mercato unico. L’Unione del mercato dei capitali nella Ue deve superare le norme diverse e frammentate in tante diverse legislazioni nazionali. Ugualmente per l’Unione bancaria, che deve innanzitutto avere un’unica legge bancaria. Insomma, l’area euro deve diventare appieno uno “spazio unico”, con normative identiche, rendendo omogenee anche le regole e le aliquote fiscali perché non siano più gli Stati dell’euro a farsi concorrenza, ma le imprese, in un piano di effettiva e piena parità concorrenziale. Le regole sulla sostenibilità rappresentano un’esigenza fondamentale che deve essere declinata non aumentando ulteriormente gli oneri burocratici per imprese e famiglie, ma deve rappresentare innanzitutto un obiettivo strategico e un metodo, indirizzando ad esso risorse e incentivi fiscali finalizzati che devono essere reperite anche con la lotta contro i monopoli tecnologici mondiali e contro i crimini finanziari, combattendo senza sosta le mafie comunque denominate, il riciclaggio, i finanziamenti ai terrorismi e l’usura.

Insomma, il drammatico quadro internazionale costringe a rafforzare l’Unione europea, senza cadere nei rischi di burocratizzazione, ma procedendo sulla via maestra della certezza del diritto, con una codificazione europea di più ampio respiro.

*Presidente Associazione Bancaria Italiana