Mercoledì 24 Aprile 2024

Spread e Def, le parole delle manovra sono un mistero per gli italiani

Sondaggio sui termini della legge di bilancio. Dal rating ai tassi, cittadini impreparati

L'analista di un'agenzia di trading osserva i grafici sullo spread (Ansa)

L'analista di un'agenzia di trading osserva i grafici sullo spread (Ansa)

Roma, 14 ottobre 2018 - Spread, rating, Def, nonostante siano parole ormai diventate di uso comune nel linguaggio dei politici e dei media, non sono ancora state assimilate dalla popolazione e quindi per la maggioranza degli italiani si tratta di termini incomprensibili, o peggio alla stessa parola si associano significati errati. Il danno è maggiore quando la classe dirigente cerca di spiegare alla popolazione, come sta accadendo nel corso degli ultimi mesi, i possibili effetti della manovra finanziaria utilizzando questi stessi termini che risultano non compresi dai cittadini. La continua ‘americanizzazione’ delle parole probabilmente crea a volte più danno che benefici e la popolazione non comprende gli effetti, i vantaggi o gli svantaggi, delle azioni economiche in atto, raccontate spesso con linguaggio poco appropriato.

Andiamo con ordine. Al primo posto sul banco degli imputati c’è lo spread. Il 62% degli italiani ne ha sentito parlare in tv, o conosce l’esistenza di questo termine perché l’ha letto sui giornali o sul web. Se ci dovessimo fermare a questa percentuale dovremmo dire che il livello di acculturazione riguardante i termini economici utilizzati nel dibattito pubblico è molto alto. Invece non è così perché una cosa è il ‘sentito dire’, un’altra è comprendere il significato della stessa parola. E in questo caso il responso è estremamente negativo. Il 15% pensa di conoscerne il significato, ma attenzione, supporre di conoscere non vuol dire che effettivamente sia consapevole di cosa voglia indicare la parola ‘spread’. Infatti, a un ulteriore approfondimento per verificare l’esatta conoscenza, solo il 4% della popolazione intervistata ha risposto in maniera corretta dimostrando capacità di comprensione del termine.

Morale della favola, possiamo affermare che solo 4 italiani su 100 riescono a comprendere ciò che sta accadendo in Borsa in questi giorni in seguito al rialzo dello spread, e cosa questo potrà generare per i risparmiatori. Altro termine di cui si sta abusando nel racconto dell’economia italiana è ‘rating’. In questo caso le percentuali di conoscenza reale del significato sono ancora minori. Il 47% dichiara di averne sentito parlare, quindi di conoscere l’esistenza. Però si abbassa al 12% la percentuale di chi ritiene di essere informato sul significato, ma poi realmente solo il 3% della popolazione conosce in maniera appropriata questo termine e cosa il rating può rappresentare per le finanze, sia del Paese che della propria famiglia. Il nostro test è proseguito anche con l’analisi della comprensione del termine Def, acronimo di Documento di economia e finanza.

La percentuale degli italiani che ha sentito parlare del Def è del 64%, ma alla ulteriore nostra richiesta per sapere cosa significhi questa parola, solo il 9% dei cittadini ha risposto in maniera corretta, per il rimanente 91% si tratta di un ennesimo termine incomprensibile. Insomma il linguaggio della politica sembra essere ancora molto distante da una comprensione popolare che possa generare la capacità di capire gli avvenimenti e di darne un giudizio critico consapevole. In tempi di fake news ci sono anche le fake words, cioè parole conosciute a cui però non viene associato un concetto reale.