Roma, 22 aprile 2024 – Senatore Lucio Malan, Giorgia Meloni sta per scendere in campo per le Europee: qual è l’obiettivo che si pone Fratelli d’Italia?
"Assegnamo molta importanza a queste elezioni e la discesa in campo della premier – aspettiamo l’ufficializzazione – significherebbe la sottolineatura dell’importanza di questo confronto. Le elezioni europee avranno una grande influenza sulla politica nazionale e la candidatura di Giorgia Meloni vorrà dire che la politica europea e quella nazionale dovranno viaggiare nella stessa direzione".
La possibile vittoria di FdI porterà a un riassetto della maggioranza di governo?
"No, non ho detto questo. La maggioranza che abbiamo in Italia è determinata dal risultato elettorale italiano, non vedo ragioni per cui Fratelli d’Italia dovrebbe chiederlo, se qualcun altro lo chiederà, allora ne potremo anche parlare, ma la stabilità del governo è determinata all’impegno che abbiamo preso con gli elettori e che abbiamo preso reciprocamente, dunque l’equilibrio è dettato dai numeri usciti dalle urne del 2022".
Quale sarà, allora, l’assetto europeo che invece voi vi prefigurate?
"Noi aspiriamo a una maggioranza in Europa il più possibile vicina a quella italiana, una maggioranza che ha dato buoni risultati, un’affinità collaudata negli anni su gran parte dei temi".
L’Europa sarà chiamata ad affrontare delle grandissime emergenze: che cosa va cambiato, dunque, in quest’ottica, rispetto all’Europa che conosciamo già?
"Di certo avremo bisogno di un’Europa che sia meno burocratica e più politica, che sia volta allo sviluppo e non a freni ideologici di ogni tipo, anche perché il fatto che si cresca poco, nell’insieme, molto meno di alcuni Paesi in via di sviluppo ma anche meno degli Stati Uniti o di altre democrazie, fa capire che in questa Europa che conosciamo c’è qualcosa di sbagliato e dunque bisogna avere un approccio diverso".
Sul fronte bellico: che cosa si aspetta dalla nuova Europa?
"Ci aspettiamo maggiore coesione per ottenere una pace giusta. Pensare di avere per chissà quanto tempo una guerra in Europa è una questione che non può essere sostenuta ancora a lungo".
L’Europa, dicevamo, non cresce: si deve cambiare anche la visione economica collettiva? L’Europa di oggi ci costa molto e ci dà poco in cambio…
"Che l’Europa di oggi costi molto è un dato di fatto e che l’Europa ci debba costare di meno è altrettanto tale, ma avere un’Europa che attua delle politiche che finiscono per favorire la concorrenza degli altri Paesi, per esempio questa irrazionale e controproducente corsa all’elettrico subito e che comunque ci fa passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza all’elettrico cinese. Coprire i campi con i pannelli fatti in Cina e ridurre la produzione agricola, in un mondo dove 9 o 10 milioni di persone muoiono di fame, mi sembra una politica del tutto irrazionale".
Tornando all’Italia, è il momento delle candidature.
"Sono altri che lavorano sulle liste, ma di sicuro ripartiamo dai nostri uscenti come Fidanza (Carlo, parlamentare europeo, ndr) e Procaccini (Nicola, idem, ndr) che pur con i numeri molto piccoli che ci assegnava la legislatura che si sta concludendo, sono riusciti ad avere risultati importanti, ma altro non voglio indicare".