Mercoledì 24 Aprile 2024

Renzi chiude la Leopolda 10: "Non stacchiamo la spina al governo". Bellanova attacca il Pd

Il leader: Importante "eleggere un presidente europeista". "Il simbolo di Italia Viva non è un gabbiano, è una spunta come quelle di Whatsapp. L'obiettivo è la doppia cifra". Appello ai delusi di Forza Italia, ma arriva l'alt di Mara Carfagna

Matteo Renzi chiude la Leopolda 10 (Lapresse)

Matteo Renzi chiude la Leopolda 10 (Lapresse)

Firenze, 20 ottobre 2019 - Matteo Renzi chiude la Leopolda 10 che ha visto il battesimo, con tanto di rivelazione del simbolo, di Italia Viva. E lo fa promettendo di non staccare la spina al governo e rivendicando anzi il suo cambio di idea "per salvare l'Italia da Salvini e dal salvinismo". Perché "il Paese sarebbe finito nelle mani dei sovranisti e saremmo usciti dall'euro". E al leader leghista dice: "Goditi il Papeete, che a governare pensiamo noi".

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Quanto al futuro del nuovo partito, l'ex Pd sogna in grande: "L'obiettivo minimo sindacale di Italia Viva è la doppia cifra". E il suo ex partito? A parte alcuni valori e idee comuni, "sul resto saremo competitor del Pd; noi vogliamo fare quel che ha fatto Macron e che certo non ha avuto il consenso dei socialisti francesi. Vogliamo assorbire larga parte di quel consenso". E ancora: "Vogliamo offrire uno spazio a chi non crede nella casa dei sovranisti e non sta in un disegno strutturale di alleanza tra Pd e M5S. Noi non la faremo quella alleanza perché il nostro mondo è diverso, non è casa nostra".

Dal canto suo Teresa Bellanova, presidente di Iv, attacca l'ex partito: "Dovevamo andarcene: troppe bande armate", cosa che scatena le reazioni dei dem. A dire il vero, nel saluto finale, Renzi modera parecchio lo scontro e spiega di non voler fare polemica: "Il Partito democratico è stata la mia casa".

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Renzi ci tiene a mettere fine ai dubbi sul simbolo (che in molti dicono simile a quello dell'Italia dei calori di DI Pietro): quello stilizzato, dice "non è un gabbiano, è una spunta, una spunta sulle cose che abbiamo fatto, la spunta di Whatsapp e contemporaneamente un'ala per volare e al tempo stesso restare ancorati alle cose da fare". 

Eleggere un presidente europeista

La legislatura, insiste Renzi, andrà avanti fino al 2023 perché "ha il dovere istituzionale di garantire una maggioranza nettamente pro europeista per l'elezione del presidente della Repubblica", dice. E spiega: "oggi c'è una maggioranza in Parlamento che mette in minoranza i sovranisti, se resta questa maggioranza il prossimo presidente della Repubblica sarà espressione di forze che credono nell'Europa e che non vanno in piazza con Casapound che nega principi costituzione non è nella disponibilità di nessuno né del presidente del consiglio, né dei leader politici mettere in discussione che questa legislatura abbia il dovere istituzionale di garantire una maggioranza antisovranista proeuropeista all'elezione del presidente della Repubblica".

Ai delusi di Forza Italia: porte aperte

"E' evidente che il malessere di parte dei dirigenti e militanti di Forza Italia sia su tutte le corde possibili, chi ha votato Fi convintamente per votare un partito moderato, oggi di moderato in Salvini non vede nemmeno la pettinatura", attacca Renzi sottolineando che a San Giovanni, ieri, "è finito un modello culturale di centrodestra, che io non ho mai votato, e Berlusconi non ha mai votato la fiducia a me ma ha rappresentato per 25 anni un modello che aveva distorsioni, ha cercato di rappresentare l'area liberale del Paese" E allora oggi "dico con forza e decisione a chi crede ci sia spazio per un'area liberale e democratica, non contro altri ma per il Paese che ha bisogno di esser piu forte e più solido di quanto non sia stato sino a oggi, diciamo a queste persone e a tutti altri che IV è aperta".

Renzi ha un messaggio anche per chi è rimasto nel Pd: "Restano amici anche quelli che non sono venuti con noi e se vogliono venire le porte sono aperte ma le incertezze di alcuni non possono bloccare una carovana che ha voglia di correre".

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Bellanova, bordate al Pd

In appendice, un battibecco tra ex. Alle bordate della ministra Teresa Bellanova risponde il responsabile organizzazione Pd Stefano Vaccari. Nel suo discorso dal palco della Leopolda 10, la presidente di Italia Viva si è tolta più di un sassolino dalla scarpa. Ma l'attacco più duro l'ha riservato al Pd: "Non potevamo rimanere più, c'erano troppe guerre e troppe bande armate". E ancora, verso il vicesegretario dem Andrea Orlando: "A quelli che non sanno vedere la differenza tra Papeete e Leopolda diciamo: avete gravi problemi, perché siete animati dal rancore". E questo nonostante lo stesso orlando abbia negato più volte di aver accostato la Leopolda al Papeete.

La replica del Pd e in qualche modo 'buonista': "Aggredire solo il Pd, che ha consentito a chi lo fa di essere in Parlamento e al Governo, ormai è una ossessione per chi non ha argomenti - scrive in una nota Vaccari - Un film già visto. Peraltro, dimenticandosi che chi parla male del Pd è una classe dirigente che è stata al vertice per molti anni e ha tentato di plasmare il Pd a sua immagine e somiglianza. Non resta che augurare buon viaggio a chi comincia la sua avventura con un tale carico di rancore e di odio. Il nostro avversario è la destra".

Sala: "La Boschi imita Salvini"

La Leopolda "in generale no", non è divisiva ma "alcuni atteggiamenti non mi sono certo piaciuti. Non mi è piaciuto per nulla quello che ha detto l'onorevole Boschi", dice il sindaco di Milano Giuseppe Sala riferendosi all'attacco della capogruppo di Iv alla Camera contro il Pd "partito delle tasse". E Sala aggiunge: "Mi sembra che lei imiti Salvini senza averne le qualità, detto questo mi auguro che con queste provocazioni si fermino altrimenti è difficile mandare avanti un governo. Sembrava che la novità di questo governo fosse una situazione più pacificata così deve essere".

Da FI arriva l'alt di Mara Carfagna

Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, stoppa subito il leader di Italia Viva: "L'evidente speranza di Renzi è quella di una implosione di Forza Italia: io invece continuo a sperare e a lavorare affinché il partito abbia l'intelligenza, l'energia e il coraggio di conservare la sua identità di movimento repubblicano, moderato, liberale e riformista con i piedi ben piantati nel centrodestra, ma senza alcuna resa al sovranismo e all'estremismo. Non siamo in cerca di nuovi approdi né di nuovi padroni - afferma -, ma coltiviamo il sogno di restituire dignità all'area liberale del centrodestra. Per farlo si corre sicuramente qualche rischio, ma penso ne valga la pena. C'è chi si batte per conservare il seggio e chi si batte per preservare le proprie idee anche a rischio di perderlo il seggio".