Lunedì 29 Aprile 2024

Di Maio lancia contratto per il governo: "Con Lega o Pd, no a Forza Italia"

Il Movimento 5 stelle rilancia un esecutivo guidato dal suo candidato premier. Replica dem: "Proposta irricevibile" Consultazioni per il Governo, il calendario IL RETROSCENA Patto per il governo: le mosse di M5s, Lega e FI - di F.RATIGLIA

Luigi Di Maio (Ansa)

Luigi Di Maio (Ansa)

Roma, 3 aprile 2018 - A poche ore dall'inizio delle consultazioni al Quirinale, il M5s gioca la sua carta per trovare la quadra per la formazione di un governo. Così Luigi Di Maio lancia la proposta di un contratto di governo da sottoscrivere o con la Lega o con il Pd. L'apertura però esclude qualunque alleanza con Forza Italia, quale partito che bloccherebbe ogni tentativo di riforma del sistema.

L'idea, presentata durante la trasmissione DiMartedì su La7, sarebbe stata esposta prima alla riunione congiunta dei parlamentari M5s. "Faremo ciò che abbiamo detto in campagna elettorale: proporremo un contratto di governo come si fa in Germania, si fa ciò che c'è scritto, quello che non c'è scritto non si fa", avrebbe detto Di Maio. D'altronde - riferiscono fonti presenti all'incontro - Di Maio avrebbe sottolienato come non interloquire con Silvio Berlusconi "ha portato a un grande risultato nella partita delle Camere" tenendo "fermi i principi di M5S". 

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La proposta rilancia anche un esecutivo guidato dallo stesso Di Maio, come espressione della volontà popolare. Idea peraltro ribadita dalla capogruppo pentastellata alla Camera, Giulia Grillo. "Gli italiani sono stanchi di forzature e di presidenti del Consiglio non eletti dal popolo. Il 4 marzo 11 milioni di cittadini hanno votato non solo il programma del Movimento 5 stelle, ma il candidato premier Luigi Di Maio che di quel programma è il garante. Vogliamo raccogliere questo segnale di cambiamento che ci chiedono i cittadini, quindi vogliamo far partire subito un governo che accoglie la loro richiesta",dichiara infatti la deputata a margine della riunione congiunta dei parlamentari M5s. Parole a cui fa eco anche la vicepresidente del Senato, Paola Taverna

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LA REPLICA DEL PD - Immediata la replica del Pd per bocca del capogruppo al Senato Andrea Marcucci, che sottolinea come siano "troppe le differenze programmatiche che ci impediscono di fare accordi con il Movimento 5 Stelle. Per questo il Pd rimarrà all'opposizione". Il partito, spiega su Twitter, "coerentemente con le decisioni assunte in direzione, dirà al presidente Mattarella che non siamo disponibili ad alcun governo che abbia Di Maio o Salvini come premier. La proposta del leader 5 stelle è ovviamente irricevibile".

Già in mattinata il segretario reggente Maurizio Martina aveva dichiarato di vedere "difficile" la realizzazione di un governo insieme al Movimento. "Noi rappresentiamo l'alternativa al centrodestra e anche a diverse proposte di merito dei Cinque stelle", aveva spiegato.

FORZA ITALIA - Dura la reazione di Forza Italia a cui, di fatto, il Movimento sbatte la porta in faccia. "Di Maio dimostra scarsissima cultura istituzionale perchè Berlusconi non ha bisogno di legittimazioni da lui essendo stato in questi anni votato da milioni e milioni di cittadini - dice la capogruppo FI alla Camera Maria Stella Gelmini -. Siamo noi indisponibili a fare un governo con chi dimostra di non aver compreso il ruolo che gli elettori gli hanno attribuito". Concetto ribadito anche dalla sua omologa a Palazzo Madama.

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"Vorremmo ricordare al leader dei cinque stelle che il centrodestra, nel suo insieme, è la coalizione che è arrivata prima alle elezioni, ad essa spetta l'onere della proposta e dell'iniziativa e non sarà accettato alcun veto nei confronti del nostro leader, Silvio Berlusconi - dichiara Anna Maria Bernini -. Se Di Maio volesse confrontarsi, dopo un bagno di realismo, col centrodestra nel suo insieme a partire dai nostri programmi, dimostrerebbe responsabilità verso il Paese".

LA LEGA - "A differenza dei 5 Stelle, la Lega esclude qualsiasi alleanza di governo col Pd bocciato dagli italiani. La coalizione che ha preso più voti è quella di centrodestra e da questa si riparte, dialogando anche con i 5 Stelle ma senza subire veti o imposizioni", dice invece Matteo Salvini. E aggiunge: "Col presidente Mattarella parleremo di progetti, di lavoro, pensioni e sicurezza, pronti a governare ma senza escludere di tornare a votare in mancanza di accordi chiari, che ci permettano di far ripartire l'Italia. Non vedo l'ora di passare dalle parole ai fatti, saremo ragionevoli e concreti come in queste settimane, ma se ci accorgessimo che qualcuno vuole tirare a campare, noi diremo no".

IL PUNTO Consultazioni, al Quirinale in ordine sparso - di P.F. DE ROBERTIS

DI MAIO - L'idea del contratto, come detto, è stata spiegata ampiamente durante il talk show DiMartedì, di cui Di Maio è stato ospite. "Sappiamo che oggi i numeri perché una forza politica governi da sola non ci sono, quindi si deve trovare una soluzione: io voglio proporre ai miei interlocutori un contratto di governo come si fa in Germania, alleanze non si possono fare - ha spiegato -. Adesso è in ballo l'interesse del Paese, mettiamoci intorno a un tavolo e firmiamo un contratto di governo. Vediamo chi sono i nostri interlocutori. Io mi rivolgo al Pd che in questo momento non ha più segretario Matteo Renzi, l'altro interlocutore è la Lega, ma Salvini deve scegliere se restare con Berlusconi o no". "Deve essere chiara una cosa: non stiamo parlando di contratti sotto banco", ha quindi aggiunto.

Il primo interlocutore del M5s "è sicuramente il Pd con l'attuale segretario e con le persone che in questi anni hanno lavorato bene. Noi non abbiamo mai detto che sono tutti uguali: molti di noi hanno espresso apprezzamenti per l'operato all'Agricoltura di Martina e per Minniti e Franceschini", ha detto ancora il candidato premier  (anche se, in seguito, fonti del Movimento hanno ribadito che Pd e Lega sono alla pari per 5Stelle). "Il Pd - ha proseguito - deve scegliere se continuare a seguire la linea di Renzi che per fare un dispetto a me e al M5s fa un dispetto al Paese". 

Pochi dubbi sulla carica di presidente del Consiglio. "Noi vogliamo riconosciuta la leadership, ma qui si cambia la storia: non si facciano complessare dall'idea di essere il secondo di qualcuno. Vorrei vedere se Salvini col 32% farebbe lo stesso discorso che fa col 17%...", ha detto sempre Di Maio spiegando che  "seguendo la linea del mister X che va a palazzo Chigi faremmo gli stessi errori del passato". E se i numeri alla fine non ci fossero? "Se non ci dovessero essere le condizioni per formare un governo, e io non lo spero, si torna al voto", e noi "siamo gli unici in questo momento che hanno davvero un vantaggio ad andare a votare".